Cronaca

La storia dell'ammiraglio cremonese Piazza, l'inventore delle reti antisommergibile

Di Marco Bragazzi

Durante la Seconda Guerra Mondiale venivano tristemente chiamati “branchi di lupi”, ovvero quei gruppi di sommergibili tedeschi che, grazie alle loro caratteristiche d’impiego, attaccavano convogli e navi militari alleate con una ferocia e una rapidità da ricordare i branchi di lupi affamati alla ricerca delle loro prede. Contrariamente a quanto si possa pensare i sommergibili non sono propriamente “figli” del secondo conflitto bellico mondiale ma erano presenti all’inizio del XX secolo per poi diventare ampiamente operativi già dalla Prima Guerra Mondiale. Al comando di ufficiali e di marinai spesso volontari infestavano le acque dell’Atlantico e del Mediterraneo alla ricerca di prede da affondare, creando con i loro siluri danni enormi al naviglio civile e militare. Forti della loro invisibilità e della capacità di agire in silenzio i sommergibili tedeschi e austro ungarici dispensavano immensi danni al naviglio marittimo inglese, francese o italiano grazie anche agli strumenti, tutt’altro che sofisticati, disponibili per dare loro la caccia. In pratica circa un secolo fa per le navi alleate colpire un sommergibile tedesco o austriaco era una questione legata più al caso che alle capacità dei marinai.

Il 29 novembre 1870 nasceva a Cremona, nella casa del Dott. Cesare Piazza e di sua moglie Emilia Anselmi, un bambino di nome Venceslao che sarà in grado di cambiare, con le sue idee, i sanguinosi attacchi dei branchi di lupi in, verosimilmente, piccoli ululati che avrebbero intimorito molto meno i comandanti delle navi. Venceslao Piazza decide di trascorrere la sua vita sul mare e per il mare, entra alla accademia militare navale, si diploma e come ufficiale comincia la sua carriera all’interno della Regia Marina Militare come tanti suoi colleghi. L’inizio del primo conflitto mondiale segnerà la sua carriera, nel 1915 guiderà insieme al comandante Arturo Ciano l’attacco dal mare e la conquista di Porto Buso in Friuli, fortificazione strappata agli austro ungarici grazie alle idee messe in campo da Venceslao.

La carriera dell’ufficiale cremonese è solo all’inizio, alla fine del 1916 arriverà il punto di svolta per Venceslao e per la sua dedizione al mare e ai suoi uomini. Nel secondo anno di guerra per l’Italia le forze alleate sono disperate, il Canale di Otranto è un colabrodo, i sommergibili tedeschi e austro ungarici passano con una facilità disarmante per poi attaccare convogli o porti o riparare nelle frastagliate coste della ex Jugoslavia. Gli inglesi e i francesi concordano con gli italiani che quello stretto tratto che si immette nell’Adriatico deve diventare una sorta di barriera contro le navi nemiche, per evitare che riescano, come a Porto Buso, ad attaccare la terraferma in Veneto e favorire l’avanzata delle truppe di terra. “Il canale di Otranto va bloccato con ogni mezzo disponibile” sarà il diktat dei comandanti delle forze marine alleate, diktat che aveva anche un sapore strategico oltre che di conservazione delle proprie navi, dato che avrebbe impedito il sopraggiungere delle navi turche alleate con quelle austro ungariche. Al comando delle unità a guardia di questo “tappo di bottiglia” che correva da Brindisi a Corfù gli Alleati decisero di mettere Venceslao il quale si ritrovò a comandare qualcosa come 32 cacciatorpediniere di tutti i paesi Alleati.

Ma il comandante Piazza aveva capito benissimo che con 32 cacciatorpediniere la superficie dell’acqua rimaneva controllata ma, negli abissi marini, i sommergibili continuavano a passare praticamente indisturbati. Da un problema a volte nasce una soluzione e Piazza propone agli alleati una idea innovativa e nuovissima, le reti antisommergibili, strutture poco costose ma estremamente efficaci contro i sommergili. Sarà il colpo di genio che cambierà la percezione dei branchi di lupi, pochi mesi dopo, nel 1917, Venceslao viene messo al comando del “Progetto di ostruzione retale internazionale”, in pratica il cremonese avrebbe dovuto sviluppare i progetti per le reti antisommergibili per tutti i paesi Alleati. Dopo circa un anno il Blocco del Canale di Otranto divenne operativo, le reti, spesso collegate con le mine, rendevano vita durissima ai sommergibili austro ungarici, i branchi lupi facevano molta meno paura nell’Adriatico, i porti delle città Alleate vennero protetti da queste reti che rendevano quasi impossibile le manovre dei sommergibili. Venceslao Piazza aveva sviluppato un sistema difensivo che avrebbe rivoluzionato la storia delle guerre marittime, per far capire l’importanza di questa sua idea basti pensare che fu insignito, oltre a vari ordini italiani, della Legione d’Onore francese e dell’Ordine di San Michele e Giorgio inglese, a conferma della importanza del suo lavoro non solo per le navi italiane.

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