Promotrice finanziaria finisce a processo: clienti raggirati con promesse di investimenti
Si è aperto oggi il processo nei confronti di Luigia Luisa Sansevrino, 63enne cremonese, promotrice finanziaria accusata di truffa a due coppie di clienti. Nei confronti della professionista, nell’ottobre dell’anno scorso si era proceduto per la citazione diretta a giudizio senza quindi passare dall’udienza preliminare, ma una volta a processo, il giudice aveva ritenuto il capo di imputazione troppo generico. Andava riscritto. Ora l’accusa è stata circostanziata e oggi ha potuto tenersi la prima udienza.
In passato l’imputata, che attualmente sarebbe irreperibile, aveva lavorato per la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza dalla quale si era licenziata nel 1999. Dieci anni dopo, come promotrice finanziaria, aveva conosciuto due delle presunte vittime, marito e moglie, lui barbiere, lei operaia, oggi pensionati, che, dopo essere diventati suoi clienti, avevano cominciato ad investire del denaro. Secondo la procura, la Sansevrino, dal 28 dicembre del 2012 al 2 febbraio 2017, “approfittando del rapporto di fiducia”, si sarebbe fatta consegnare le credenziali “per porre in essere operazioni home banking estranee alla volontà” dei due clienti, “in particolare effettuando operazioni di addebito sul loro conto corrente acceso presso la Banca Popolare di Novara per l’importo complessivo di 18.000 euro” in favore di un altro suo cliente, facendo credere alla coppia “l’andamento positivo degli investimenti finanziari, redigendo ingannevoli fogli riassuntivi periodici che consegnava loro e dai quali risultava un patrimonio investito di 450.914 euro a fronte dell’effettivo patrimonio di 41.709,21 euro”. La donna si sarebbe quindi procurata un “ingiusto profitto corrispondente alle provvigioni degli investimenti finanziari proposti” e causando ai due clienti (assistiti dall’avvocato Irene Maggi) “un danno patrimoniale di rilevante gravità, costituito sia dalla riduzione finanziaria che dal mancato profitto inerente gli investimenti effettuati”.
Nei confronti della seconda coppia, invece, la Sansevrino, dal 22 settembre 2014 al 15 dicembre dello stesso anno, avrebbe approfittato del “rapporto di conoscenza” con questi ultimi, madre e figlio, “per carpirne la fiducia”, garantendo anche a loro “l’andamento positivo degli investimenti finanziari, e facendo loro credere, mediante l’utilizzo di ingannevoli fogli riassuntivi periodici, di essere in possesso di non meglio precisati certificati emessi dal Banco Popolare per rispettivi 113.000 e 25.000 euro, in realtà inesistenti”. In questo modo, secondo l’accusa, la promotrice si sarebbe garantita il profitto dei due assegni, dell’importo rispettivamente di 7.000 e 3.000 euro “tratti sul conto corrente del Banco di Brescia e sul conto corrente della Banca Fideuram”, provocando ai due clienti (assistiti dall’avvocato Paolo Zilioli) “un danno patrimoniale di rilevante gravità”.
Il processo nei confronti della Sansevrino, con l’esame dei primi testimoni, tra cui le presunte vittime del raggiro, entrerà nel vivo nel gennaio del prossimo anno. L’imputata è difesa dall’avvocato Cesare Grazioli.
Sara Pizzorni