Cronaca

Terapie Covid, sperimentazioni a rilento (plasma incluso): il punto dei medici a Presa Diretta

Telecamere di una tv nazionale ancora a Cremona ieri sera per la puntata dedicata alla pandemia nella trasmissione di RaiTre ‘Presa Diretta’. Dall’interno dell’ospedale sono state mandate in onda le interviste ai medici Andrea Machiavelli, direttore Farmacia Aziendale, Angelo Pan, direttore Malattie Infettive e Monia Betti, responsabile Terapia Subintensiva Respiratoria – Pneumologia; altri contributi sono giunti dai medici degli ospedali di Parma e Pisa. Le domande si sono concentrate soprattutto sulle terapie anti Covid, ai vari stadi della malattia: la conclusione, non troppo rassicurante, è che alla sperimentazione clinica compiuta in questi mesi dagli specialisti, non ha corrisposto un’adeguata sperimentazione scientifica avvalorata dall’istituto superiore di sanità che oggi possa indicare una via d’uscita certa dalla malattia. Studi scientifici sono stati prodotti nel Regno Unito, in Italia no. “E’ disarmante non avere una terapia certa”, ha detto tra l’altro la dottoressa Betti, aggiungendo che “il Covid non è mai cambiato, le nostre tac sono rimaste uguali. Oggi non è meno aggressivo di allora; ovviamente  poi la gravità della malattia dipende dalle condizioni del paziente”.

E’ realistico, dopo mesi e mesi di trincea, il direttore di Malattie Infettive Angelo Pan: “Tutti gli uomini di scienza si sono spaventati di fronte a questa malattia, a questo tsunami; tutti quanti a livello mondiale abbiamo usato farmaci che poi non funzionavano, direi in maniera compulsiva”. E nonostante i mesi di tregua  estiva che avrebbero potuto favorire la ricerca, in Italia “non abbiamo ancora indicazioni chiarissime sui medicinali”.

Un medicinale antinfiammatorio che ad oggi si è rivelato utile è il Desametadone, un cortisonico non nuovo e molto economico: lo conferma il dottor Machiavelli, mostrando il database dell’azienda Asst: una fiala da 4 mg costa 0,23 euro, prezzi di gara regionale. “E’ un farmaco diffuso, antico, ma usato correttamente si è mostrato efficace in terapia”, afferma il medico.  “E’ importante trovare il momento giusto per utilizzarlo – aggiunge Pan –  può salvare la vita a un terzo dei pazienti intubati” e a un quinto di quelli che beneficiano di ossigeno.

Una possibile alternativa, l’unica certificata dall’agenzia del farmaco americana, è il Remdesivid: “Ma gli Usa che hanno il brevetto, hanno acquistato quasi il 100% delle scorte mondiali fino a settembre”, afferma Pan. Un medicinale nato ai tempi di Ebola, che negli Usa è stato utilizzato con successo per i pazienti più gravi, quelli intubati. E costosissimo, oltre 3000 dollari per trattamento. Machiavelli mostra una boccetta di questo medicinale: “E’ un antivirale non ancora  registrato in Italia e quindi non approvato da Aifa, non lo possiamo comprare, ma nella fase iniziale ne abbiamo disposto grazie alla collaborazione con le ditte, per ‘usi compassionevoli’ e sperimentazioni cliniche”.

Notizie non positive sulla sperimentazione della cura con plasma iperimmune, su cui l’ospedale di Cremona puntava molto rientrando anche tra le strutture accreditate, vengono dal primario di malattie Infettive dell’ospedale di Pisa Francesco Menichetti, capofila dello studio nazionale “Tsunami” che doveva coinvolgere 76 ospedali e oltre 500 pazienti: invece di ospedali ne sono stati attivati solo 5 e 15, afferma la giornalista, sono i malati arruolati.
Non manca il materiale dai donatori, anzi: “abbiamo arsenali di plasma pieni”, ha detto Menichetti a Presa Diretta, “ma ritardi burocratici finora non hanno consentito di finalizzare il contratto tra istituto superiore sanità e gli ospedali”. Il problema, anche per la sperimentazione del plasma è che a fronte di un utilizzo clinico che ha dato buoni risultati nella pratica, manca ancora la fase della ‘sperimentazione randomizzata e controllata’ per la quale occorre arruolare un determinato numero di pazienti su cui applicare la cura confrontando poi i risultati con un altro gruppo di malati che non la utilizzano.

“La ricerca scientifica italiana ha perso un’occasione”, è la laconica conclusione di Menichetti, “ e deve imparare, deve mettersi al passo e fare più network”. gbiagi

L’intervista ad Angelo Pan
Intervista ad Andrea Machiavelli
Intervista a Monia Betti

 

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