Lettere

Cosa combina
Massimiliano Salini con
i polacchi e i bulgari?

da Andrea Poggio - Legambiente Circolo Vedo Verde Cremona 

In genere quello che fanno gli eurodeputati a Strasburgo o a Bruxelles passa inosservato in Italia. Forse questa è la ragione per la quale Massimiliano Salini ha deciso di firmare, unico italiano tra decine di bulgari e polacchi, una lettera di sostegno a nuovi investimenti per incrementare le importazioni di metano fossile con i fondi del Recovery Plan europeo.

La lettera infatti denigra il ruolo delle fonti rinnovabili, non solo del solare e dell’eolico, ma anche del biogas prodotto nel cremonese, e difende il metano, unico capace di ridurre i consumi di carbone: forse quello polacco, visto che in Italia non supera il 5-10% della produzione elettrica. La “tassonomia” applicata agli investimenti finanziari serve per garantire gli investitori privati europei che i propri soldi vanno effettivamente a sostenere le energie rinnovabili pulite: i firmatari della lettera chiedono in buona sostanza di considerare il metano fossile, e quindi inquinante come quello che alimenta oggi gran parte dei riscaldamenti e degli impianti industriali della Lombardia, alla stessa stregua dei pannelli solari, dell’eolico, degli impianti idroelettrici delle nostre montagne. Con grande gioia del presidente Vladimir Putin, che spera nella costruzione di nuovi metanodotti, Massimiliano Salini, vorrebbe togliere risorse alle rinnovabili italiane per agevolare finanziariamente i metanodotti che attraversano il centro Europa, portandoci combustibili fossili e inquinamento.
Siamo convinti che Greta Thunberg, i lettori dell’enciclica “Laudato sì”, gli studenti di Friday For Future, milioni di italiani che hanno scelto la bolletta “verde”, i 500 mila italiani che hanno installato pannelli solari sui propri tetti, le migliaia di agricoltori che producono biogas, le centinaia di migliaia di investitori che non vogliono più finanziare le energie fossili, non siano della stessa idea. E noi con loro, caro onorevole Salini. 

© Riproduzione riservata