Bosio in pensione, il collega Paolo Bodini: 'L'ospedale non perda la sua professionalità'
Domani 12 novembre sarà l’ultimo giorno di lavoro per il primario di Pneumologia e capo dipartimento Giancarlo Bosio, un pensionamento annunciato ma che, ora che diventa concreto, apre molti interrogativi sul futuro del reparto. Perchè se è vero che Bosio ha potuto contare su un équipe di medici motivati e preparati, è indubbio che la sua esperienza, sia a livello professionale che organizzativo, sia un bene prezioso da non perdere, ora che il Covid sta mostrando un volto tanto aggressivo anche in questa seconda ondata. E al momento non sarebbero state fatte offerte di prolungamento dell’attività da parte dell’Asst di Cremona.
Bosio, intervenuto in questi mesi in molti contesti pubblici sulla pandemia, non aveva usato mezzi termini lo scorso settembre nel Consiglio Comunale aperto sui problemi della sanità, per esprimere la sua preoccupazione in vista della seconda ondata. In particolare, parlando della riduzione dei posti letto all’ospedale di Cremona tra il 20 e il 30%, aveva detto che “la riduzione si è resa necessaria per rispettare le prescrizioni anti Covid. E a questi tagli si aggiungono i posti letto che dobbiamo garantire per eventuali pazienti Covid”. Tutto questo “potrebbe diventare un problema grosso in inverno, quando potrebbero aumentare le richieste di ricovero per patologie varie e si potrebbe creare un deficit di offerta”, un problema “frutto di decenni di razionalizzazioni”.
In questa lettera, l’appello del collega Paolo Bodini, ex primario di Medicina ed esponente di Articolo 1, affinchè l’Asst di Cremona non perda una figura professionale ed umana tanto importante.
“Sapevo da tempo – scrive Bodini – che il collega e amico dott. Giancarlo Bosio doveva andare in pensione per ‘anzianità’. E’ capitato anche a me 4 anni fa: mi è dispiaciuto, ma questo è il ciclo della vita. Ma qui la situazione è diversa: siamo nel pieno di una pandemia grave creata da un virus aggressivo e mortale. Giancarlo Bosio è uno pneumologo estremamente preparato, si è fatto un’esperienza specifica sul Covid 19 durante la prima ondata pandemica nella primavera scorsa, è stato un perno fondamentale anche dal punto di vista organizzativo ed è un punto di riferimento di tutti i colleghi in ospedale e fuori.
Mandarlo, o lasciarlo andare in pensione oggi, è come licenziare un grande generale nel punto più cruciale di una battaglia.
Lancio quindi un accorato appello al Direttore Generale dell’Ospedale, con la certezza che tante altre persone vogliano appoggiare questa richiesta, affinché si dia un immediato incarico al dott. Bosio (anche di carattere libero professionale) per proseguire il suo fondamentale lavoro almeno fino alla fine di questa situazione emergenziale.
In tutta Italia si cercano medici: noi non possiamo permetterci di perdere questa professionalità. Il Direttore Generale dimostri in questa occasione che si può essere davvero manager: in tempi eccezionali bisogna essere capaci di prendere provvedimenti eccezionali”.