Economia

Arrivati i primi ristori: 'Non sono adeguati e una grande parte è stata esclusa'

(foto di repertorio)

Hanno iniziato ad arrivare nella giornata di oggi, mercoledì 9 dicembre, i ristori annunciati dal Governo per le attività della zona rossa. Ristori che però non sono sufficienti secondo Confesercenti, come spiega il presidente cremonese Agostino Boschiroli: “Non sono adeguati per come sono stati pensati, ci sono attività che sono chiuse dal 3 novembre: in totale quest’anno parliamo di oltre 100 giorni lavorativi persi, oltre al fatto che una grande parte ne è rimasta esclusa. In Germania hanno erogato il 75% del fatturato di aprile: qui i ristori si basano sul mese di novembre, non su quello di aprile e non è una situazione reale. Inoltre sono basati sui codici Ateco che spesso vengono dimenticati con categorie che non vengono inserite”.

Per Confesercenti, infatti, ci sono “tante distorsioni”, a partire da “alcuni paradossi”, principalmente legati alle unità operative”: se la sede legale è fuori dalla zona rossa, ma le concessioni ne sono all’interno, infatti, non è previsto alcun contributo, mentre al contrario chi ha potuto comunque lavorare (con sede legale in zona rossa e unità operative in zona gialla o arancione) può accedere ai ristori. Senza dimenticare il problema relativo agli studi di settore legati alle future dichiarazioni dei redditi, con il rischio che molte possano essere ritenute infedeli: “L’anno prossimo è già tra tre mesi, manca una programmazione”.

A complicare una situazione già estremamente difficile, il timore di un aumento delle commissioni Pos che si sta facendo sempre più forte tra gli esercenti, considerata l’introduzione dell’iniziativa legata al cashback che dovrebbe appunto incentivare le transazioni elettroniche. Confesercenti ha sottolineato che “sta verificando” l’effettivo incremento delle stesse dato che è “ancora presto” per averne certezza, ma all’interno della categoria rimane il sospetto.  “Se dovesse essere effettivamente così – commenta Boschiroli – si fa il lavoro del gambero: in un anno già difficile invece di andare incontro a persone che sono già in ginocchio, si va nella direzione opposta e non si capisce perché”.

In ogni caso, è opportuna una “riflessione generale”, anche considerato il crescere dell’astio nei confronti dell’intero sistema, con una fiducia calata sia nei confronti del futuro che dello Stato. “Si è fatta – dice il presidente di Confersercenti – una grande propaganda mediatica sul fatto di salvare il Natale, ma qui non si salva nessuno. Si parla già di terza ondata, ma il sistema si bloccherebbe ulteriormente. Se un’azienda chiude un mese, per riaprire deve programmare per cui diventa molto difficile pensare che aumentino le commissioni”. Alcuni Istituti hanno annunciato un azzeramento delle commissioni per importi inferiori a 5 o 10 euro, ma per gli esercenti si tratta unicamente di “un contentino”. Per Boschiroli sono due le riforme da mettere in campo se si vuole davvero eliminare il contante: “Azzerare i costi di commissione e una riforma del sistema fiscale che porti la tassazione ad un livello europeo”. “Non è giusto – conclude il numero uno dell’associazione – che  sia sempre l’anello più debole a pagare: i sacrifici, se devono essere fatti, li devono fare tutti”.

Mauro Taino

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...