Lettere

Articolo Uno: fallimento
regionale sui vaccini,
Fontana si dimetta

da Articolo Uno - Cremona

Egregio Direttore,

ancora una volta assistiamo al fallimento della politica sanitaria di Regione Lombardia.
Dopo la colpevole confusione e inadeguatezza durante la gestione iniziale dell’emergenza pandemica, con i medici di base, i cittadini malati a casa e le RSA tutti abbandonati a se stessi, con il nuovo ospedale in Fiera di Milano nato e inutilizzato, il mancato invio delle domande di cassa integrazione in deroga, i Sindaci lasciati in grave difficoltà per mancanza di strategia e risorse, gli scandali degli acquisti, l’imbarazzante vicenda dei vaccini antinfluenzali, il caos dei dati sbagliati comunicati al Ministero della Salute che ci hanno portato in zona rossa, dobbiamo ancora una volta prendere atto della incapacità e dell’inefficienza nel garantire un corretto svolgimento della campagna vaccinale contro il Covid 19.

Succede che ci sono persone anziane che vengono mandate a molti chilometri di distanza dalla propria residenza o altri anziani che ricevono doppi messaggi con prenotazioni in posti diversi, o ancora quanto si è verificato sabato e domenica a Cremona e in altre città lombarde.

Hub vaccinale di Cremonafiere (peraltro ottimamente organizzato) vuoto, perché la Regione Lombardia, tramite la ormai famigerata ARIA (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti) si è dimenticata di mandare i messaggi agli aventi diritto. Più di 1000 dosi di vaccini che hanno rischiato di non essere utilizzate e operatori sanitari e volontari per ore inoperosi, se non avessero rimediato le forze locali convocando a tambur battente gli aventi diritto.

Oggi si è cercato di mettere rimedio a quanto accaduto, liquidando i vertici di ARIA, nel vano e maldestro tentativo di spostare l’attenzione dalle gravi colpe di chi governa la sanità lombarda: il Presidente Fontana, il nuovo assessore al Welfare Letizia Moratti, e il Coordinatore della campagna vaccinale anti-Covid in Lombardia, Guido Bertolaso.

La cacciata di Gallera non ha avuto quell’effetto salvifico che qualcuno sperava, e nemmeno il cambio della direzione generale della Sanità Regionale. Ben più gravi sono i problemi del modello lombardo che Salvini, e non solo, continua a portare come esempio di eccellenza.

Si continua a porre attenzione ad un nuovo ospedale a Cremona (una sorta di “distrazione di massa”), ma non si fa nulla per risolvere il vero nodo, che è quello della sanità territoriale, abbandonata a se stessa dalla sciagurata politica del centro destra.

Dalle politiche formigoniane, che sappiamo a cosa hanno portato, alla riforma Maroni, fino alla incapacità di Fontana c’è una continuità disarmante nel degrado della sanità lombarda.

Non si può tacere: si deve chiedere a gran voce un cambiamento che non può avvenire senza una presa d’atto da parte del governo della Regione del suo fallimento.

Salvini che ha chiesto le dimissioni di Arcuri e di Borrelli, nonché un nuovo Comitato Tecnico Scientifico a livello centrale, dica coerentemente a Fontana di dimettersi assieme alla sua giunta e lasci ai lombardi la possibilità di decidere sul loro futuro.

 

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