AstraZeneca, presidente virologi: “Efficace e sicuro, ma evitarlo nei giovani”
I vaccini anti-Covid a vettore virale come AstraZeneca “sono molto efficaci e tutto sommato sicuri”. Le trombosi atipiche segnalate? “Parliamo di un caso su un milione in cui abbiamo detto da sempre che possono verificarsi degli eventi infausti. Eventi che stanno aumentando nel momento in cui portiamo la vaccinazione sulle fasce più giovani. E quindi se i vettori virali danno questi problemi, specialmente in giovani donne, in una fase in cui il virus ci lascia un po’ più respirare e ci dà la possibilità di vaccinare nel tempo un po’ tutti con vaccini che oggi si sono resi disponibili come quelli a Rna messaggero, possiamo scegliere di fare una vaccinazione un po’ più mirata cercando di evitare il vettore virale in queste categorie” più a rischio. E’ la riflessione di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), intervenuto a ‘Radio anch’io’ su Rai Radio 1.
Per Caruso “dobbiamo chiederci: perché questo tipo di trombosi con emorragia? E quali sono le basi, che al momento non conosciamo? Noi non sappiamo” perché viene la trombosi, “e non è solo una questione di genere o di assunzione di farmaci come la pillola anticoncezionale. Altrimenti avremmo avuto molte più morti di quelle che si sono verificate. Bisogna capire bene quali sono i meccanismi per alcuni soggetti particolari che vanno incontro a questi eventi”. Ancora, aggiunge l’esperto, “non sappiamo rispondere” sul perché il 70enne è meno a rischio della 30enne, “se non con una particolare predisposizione di pochissimi soggetti a questa particolare forma di trombosi con emorragia, insolita in medicina. Chiaramente il vaccino è scatenante di una patologia che è di base”.
Possiamo sapere qualcosa sulla predisposizione? “Possiamo solo dire, essendo una categoria più a rischio rispetto ad altre, di evitare di farlo a quelle categorie – ragiona Caruso – Il costo-beneficio di cui si parla deve essere tenuto in gran considerazione in un momento di particolare difficoltà. Oggi possiamo ragionare di più sui vaccini e predisporre una vaccinazione per questi soggetti più giovani, principalmente donne, che sia basata prevalentemente su Rna messaggero”. “‘Che Dio ce la mandi buona’ lo dobbiamo dire con tutti i farmaci a disposizione, anche peggio – puntualizza – Il vaccino è relativamente molto sicuro. Il ministero e Aifa oggi per forza” scioglieranno le riserve “ed esprimersi sulla possibilità di fare una vaccinazione mirata con determinati vaccini per fasce d’età oggi è possibile. Abbiamo i vaccini, abbiamo il tempo per poter organizzare meglio una vaccinazione. Prima era una corsa, oggi può essere qualcosa di più meditato”. Fermo restando che “i vaccini a vettore virale sono vaccini sperimentati ampiamente e addirittura di più di quelli a Rna messaggero. Dobbiamo capire cosa sta succedendo e questo purtroppo a un suo tempo”, ricorda il presidente dei virologi italiani.
MIX VACCINI
Secondo Caruso “teoricamente sappiamo che si può fare” il richiamo con un vaccino anti-Covid diverso dal primo utilizzato, “e addirittura potrebbe anche essere più vantaggioso fare questa vaccinazione con due prodotti diversi. Quindi, perché no? Dal punto di vista scientifico è stato prospettato da tempo, speriamo adesso di poterlo mettere in pratica anche noi in virtù di queste evidenze di casi di trombosi rare importanti con vaccino a vettore virale. Quindi poter richiamare una prima dose di AstraZeneca, o di J&J ammesso che vogliamo richiamarlo”, con un vaccino diverso, a Rna messaggero, “potrebbe essere la soluzione migliore”.
Mentre cresce l’attesa per possibili nuove indicazioni che verranno date sul vaccino AstraZeneca, per il quale l’uso preferenziale oggi previsto sopra i 60 anni potrebbe trasformarsi in un vero e proprio limite, e sul nodo della seconda dose per gli under 60, Caruso evidenzia l’importanza di vaccinarsi, anche per i più giovani. “Questo perché in una popolazione si ha la responsabilità di tutti. Immunità di gregge significa che chi non si può vaccinare per motivi importanti o chi non ha immunità sarebbe destinato a morire se prendesse l’infezione. Circa un 2-3% della popolazione corre questo rischio. Noi ci vacciniamo per salvare la vita a queste persone”, conclude.