I Madonnari approdano a Vescovato:
festa e colore in piazza Roma

Una distesa di colore e di arte: così si presenta domenica mattina piazza Roma a Vescovato, nello spazio antistante la chiesa, dove va in scena per la prima volta un raduno tutto cremonese di madonnari, in occasione di san Luigi Gonzaga. Un momento di creatività che vede la partecipazione di 14 artisti provenienti da varie province del Nord Italia, che si sono radunati per proporre le proprie incredibili opere.
“Non potendo andare al Festival delle Grazie di Mantova, noi madonnari ci siamo reinventati in questo modo” racconta Michela Vicini, una delle artiste locali, che ha promosso l’evento. “L’accoglienza di Vescovato è stata spettacolare e siamo molto soddisfatti di tutto.
Un appuntamento nuovo per Vescovato, che riprende così finalmente quella socialità che era mancata per un anno e mezzo, a causa della pandemia. “L’evento è nuovo per Vescovato, che non vuole copiare altri eventi ma che vuole essere qualcosa di innovativo per il territorio. Stiamo cercando di gettare le basi per successive manifestazioni” evidenzia il sindaco, Gianantonio Conti.
E’ anche un modo per tornare alla normalità e alla socializzazione, dopo i lunghi mesi di chiusura, qualcosa “di cui tutti abbiamo bisogno in questo periodo. Tanto che a Vescovato ci saranno altri eventi in programma. La settimana prossima avremo un momento dialettale con il professor Melega, ma ci sono in definizione altri eventi per luglio e agosto. Il tutto nell’ottica di rianimare il territorio, ma senza dimenticare l’emergenza che stiamo vivendo”.
Ma si tratta anche dell’occasione per festeggiare un santo che per Vescovato fu molto importante, in quanto è da quel ramo della famiglia che discendono i Gonzaga che governarono Vescovato. “Per il nostro paese san Luigi Gonzaga rappresenta l’inizio” spiega Luca Bodini, vicesindaco del paese. “Abbiamo voluto legare la manifestazione a questo Santo perché la famiglia Gonzaga di Vescovato è l’ultima rimasta in vita e credo sia importante riportare l’attenzione della gente sulla propria storia”.
Laura Bosio