Scuole, Zaia: “Si guardi in faccia realtà, Draghi chieda parere a Cts”
Scuole chiuse o in presenza in tempo di variante Omicron? Per il governatore del Veneto, Luca Zaia, “tra defezioni di insegnanti malati o in quarantena e non vaccinati la situazione è difficoltosa. Draghi si faccia dare un parere dal comitato tecnico scientifico sulle scuole: lo abbiamo capito tutti che non è colpa dei ragazzi, perché l’infezione cresce e le scuole erano chiuse, ma è altrettanto vero che l’assembramento che si crea di certo non aiuta. In Veneto questa mattina 800mila persone, nel bene o nel male, saranno confinate per 5 ore in aule e se ci saranno positivi sarà inevitabile che il contagio venga aiutato nella sua diffusione. Siamo tutti per la scuola in presenza, non ci sono posizioni ideologiche, ma bisogna guardare in faccia la realtà”, spiega il presidente del Veneto a Mattino 5 nel giorno del ritorno in classe.
“A questo si aggiunge la scelta del governo sui tamponi che diventa una cosa folle: il bambino che va nella scuole primaria deve avere un tampone al primo giorno e al quinto, una cosa impossibile da fare. Addirittura i ragazzi della scuola secondaria dovranno fare l’autosorveglianza andando in farmacia. Questa è una falsa apertura – dice -. La mia è la regione che fa più tamponi nelle 24 ore ogni giorno, circa 160mila, ma non riusciamo a fare più tamponi e questi che dobbiamo fare in più rispetto alle nuove regole scolastiche non si faranno mai. Abbiamo una macchina da guerra per i tamponi ma dobbiamo utilizzare di più il fai da te: il ragazzino a contatto con un positivo andrà in quarantena ed è inutile che gli facciamo fare un tampone. Il comitato tecnico scientifico nazionale ci dia un parere sulla riapertura della scuola”.
“Io rappresento una regione che nel gennaio 2021 non aprì le scuole – aggiunge Zaia -, quest’estate è stato fatto un decreto poi convertito a settembre che stabilisce che i governatori possono intervenire sulla chiusura delle scuole solo se in zona rossa. Il mio Veneto è in zona gialla. Qui non si tratta di essere a favore o contro l’obbligo vaccinale ma è impossibile vaccinare di più perché non si può pensare che una persona venga portata con la forza pubblica alla vaccinazione. La via d’uscita è che finisca questo incubo, ma ci preoccupa un lento e inesorabile incremento dell’attività ospedaliera. Non credo però che si faranno altri lockdown, non possiamo far vaccinare la gente per poi chiuderla in casa, bisogna far rispettare le regole e fare scelte oculate”.