Lapide restaurata: domani
inaugurazione in piazza Stradivari
La Società Storica Cremonese, come contributo alle iniziative per l’anno di Dante (oltre al ciclo di incontri dal titolo “Dante a Cremona”), ha deciso di donare alla città la sistemazione della lapide apposta sulla Torre del Capitano in piazza Stradivari. L’appuntamento è per mercoledì 13 aprile alle 16,00.
La lapide era praticamente illeggibile e grazie al contributo di un socio che intende rimanere anonimo la Società ha potuto sostenere il peso delle spese vive; l’intervento di pulitura e riscrittura delle lettere è stato offerto dal laboratorio di restauro Carena & Ragazzoni di Cremona.
L’epigrafe del prof. Ugo Gualazzini posta sulla “casa torre” restaurata negli anni ’60 dal Comune ricorda che in quest’area sorgeva il palazzo fortezza di Buoso da Dovara, adiacente alla sede dell’Università dei mercanti, trasformato in Palazzo del Capitano dal 1270.
Qui ove sorgevano le case di “quei da Duera”
nel 1270
venne posta
la residenza del Capitano del popolo
e fu la sede
dell’antica Università dei mercanti
questa torre
ultima testimonianza di quello storico edificio
venne restaurata nel MDCCCCLXIV
dal Comune di Cremona
perché fosse tramandato il ricordo
di quelle civiche istituzioni
Che fine ha fatto il palazzo-fortezza di Buoso alias Palazzo del Capitano? Dai recenti studi di Monica Visioli, attraverso l’analisi di una inedita testimonianza cinquecentesca, si può dedurre che era stato fatto demolire dal duca Francesco Sforza a metà del ‘400 per realizzare un grande progetto di riqualificazione della platea parva, l’attuale piazza Stradivari, che il duca aveva voluto “farla magnifica, bella e spaciosa”, e per ampliare il palazzo del commissario ducale, il conte Giovanni da Tolentino che aveva sposato Isotta Sforza, figlia naturale del duca. La residenza del conte era ubicata in un ampio edificio tardo medievale fortificato, realizzato dall’unione di diversi corpi di fabbrica maggiori e di piccole proprietà adiacenti, caratterizzato da una loggia a cui si accedeva con una scala in marmo, e di un ampio giardino.
Il palazzo Tolentino non si affacciava direttamente sulla platea, poiché di fronte ad esso si ergeva un antico edificio, descritto come “palatium magnum vetustissimum… cum muris altissimis” che era stato convertito prima nel palazzo del Capitano e successivamente nell’ufficio della Gabella vecchia del Comune, dove si riscuotevano le bollette, cioè il pedaggio dei forestieri di passaggio a Cremona, dopo aver ospitato la sede del Capitano del Popolo. La descrizione del fabbricato ci consente di identificarlo con il palazzo-fortezza di Buoso che venne fatto demolire dal duca dal 1451, e le pietre, i mattoni e i legnami vennero riutilizzati per il cantiere di Santa Croce e anche per ristrutturare il monastero del Corpus Domini, fondato in quelli anni da Bianca Maria Visconti.