Cronaca

Slittano odg su DEA e Area Donna,
deluse le fondatrici del Comitato

Verranno unificati i due ordini del giorno rispettivamente della minoranza (primo firmatario Zagni, Lega) e della maggioranza (primo firmatario Poli, Pd), sulla richiesta di garanzie alla Regione per il futuro della sanità cremonese. Se ne sarebbe dovuto parlare oggi in consiglio comunale, ma l’imprevisto dibattito sul Cremona Pride ha fatto slittare di tre ore l’argomento. E al momento di parlarne è stato Poli a spiegare che per oggi non se ne sarebbe fatto niente: “Siccome non ci sono differenze siderali tra i due ordini del giorno, ci riserviamo di fare prossimamente un testo condiviso.
“Su questo tema non deve esserci alcuna strumentalizzazione; pur essendoci da parte del Pd e del centro sinistra molti motivi per far emergere le contraddizioni uscite anche nelle ultime settimane dalla regione  riteniamo di voler raggiungere tutti lo stesso obiettivo: potenziamento subito dell’ospedale e ripristino delle specialità che consentano di ottenere un DEA di II livello; e mantenere la specificità di Area Donna. Su questo tema c’è stata una mobilitazione; bisogna dare una risposta, ma in termini il più costruttivi possibile. La via migliore è una coesione su questi temi, arrivare a un testo unico condiviso e poi torneremo in Consiglio quando la distanza tra le due posizioni saranno del tutto colmate”
Anche a nome della lega è poi intervenuto Carlo Malvezzi, Pd: “Da parte nostra c’è la volontà che la nostra istituzione si esprima in modo unitario e forte. La partita che abbiamo davanti è molto delicata”.
Malvezzi ha auspicato che anche senza attendere il nuovo ospedale, con la conferma dell’attivazione a Cremona di tre specialità indispensabili si possa ottenere un DEA di II livello. “L’altro aspetto da sottolineare è che venga posta massima attenzione su Area Donna”,

Amareggiate a dir poco, due delle fondatrici del Comitato per Area Donna che hanno atteso invano che il Consiglio Comunale approvasse un testo per sollecitare la Regione a ripristinare il reparto, soprattutto dopo la raccolta di 500 firme protocollate il 22 aprile e diverse migliaia adesioni su change.org.

“Credo che già da prima ci sarebbe stato il tempo per elaborare un testo condiviso – commenta Giovanna Bonetti -.  Questa cosa mi piace, perchè vuol dire che l’argomento è sentito, così come il Dea di II livello, il fatto che i due schieramenti pensino di arrivare con un testo unico, fa pensare che davvero l’argomento vada portato all’attenzione del Consiglio Comunale e che il Consiglio comunale deve uscire con una posizione chiara. Diciamo però che dal prossimo Consiglio, di tempo non ne darei più. Siamo arrivati alla frutta, personalmente sto seguendo la vicenda dallo scorso settembre, adesso è ora di decidere”.

Molto più dura Paola Tacchini: “Eravamo 3 del comitato spontaneo Rivogliamo Area Donna, io, Giovanna Bonetti, Cinzia Zampini più due amici sostenitori, che alle 14.30, ad inizio seduta, hanno preso posto in fondo all’aula consigliare aspettando l’ordine del giorno che parlava del problema Ospedale DEA di secondo livello e reparto di cura per il tumore al seno. Invece è stata interrotta la seduta per inserire con incredibile urgenza un ordine del giorno portato dalle destre, che dopo che i loro capi sono intervenuti sulla stampa nazionale, si sono sentiti in obbligo di farci ascoltare per più di un’ora un atto blasfemo: in sintesi tanto bigottismo su due seni coperti da cerotti a X su un anonimo manichino drappeggiato ai fianchi e sulla testa da un telo azzurro, truccata da Emo e con il seno di plastica in vista (ma non del tutto). Per carità,  di cattivo gusto, e chi l’ha fatto avrebbe potuto evitarlo, ma parlarne in un consiglio comunale a discapito di argomenti importanti?

Abbiamo aspettato oltre 3 ore per poi veder rimandato alla prossima seduta l’argomento più importante: il diritto alla cura nel nostro ospedale. La scusa è stata ben studiata, l’argomento è talmente importante che destre e sinistre devono farne uno insieme condiviso da tutti. Personalmente mi sono sentita presa in giro”. gbiagi

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