StradivariFestival, weekend chiuso
dal Quartetto d'archi della Scala

Prima solo gli archi, poi il pianoforte e infine l’organico al completo, in un crescendo di note che hanno davvero portato il ‘Teatro in Camera’, con il pubblico così partecipe da spingere i musicisti a sdoganare -sorridendo- gli applausi a scena aperta. Dopo il concerto inaugurale ‘Quarta Bros’ sabato sera nell’Auditorium G. Arvedi di Cremona, la decima edizione di “STRADIVARIfestival” è proseguita ieri con il Quartetto d’archi della Scala che si è esibito insieme al Maestro Giuseppe Albanese al pianoforte.
Gli artisti hanno posato l’archetto su strumenti prestigiosi: due violini storici della famiglia Amati, suonati da Francesco Manara e Daniele Pascoletti, poi una viola costruita nel 1994 dal compianto liutaio cremonese Francesco Bissolotti e imbracciata da Simonide Braconi, infine il violoncello Paolo Castello 1760 di Massimo Polidori.
La rassegna, promossa da Museo del Violino e Unomedia con la direzione artistica di Roberto Codazzi, si propone infatti di portare a Palazzo dell’Arte non soltanto artisti eccellenti ma anche strumenti capaci di sprigionare un suono “magico”.
Ecco che le prime parti della formazione scaligera hanno aperto la serata con la ‘Fantasia dal “Rigoletto” di G. Verdi per archi’ di Melchiori, autore che ha all’attivo svariate trascrizioni di titoli verdiani nelle quali emergono i momenti più significativi delle opere. Poi il Maestro Albanese, particolarmente legato a Liszt come testimonia la laurea in filosofia con una tesi sull’estetica del compositore ungherese, ha eseguito con passione ‘Réminiscences de Norma per pianoforte – Grande Fantasia di bravura sulla “Norma” di V. Bellini’. Il concerto si è concluso quindi con Brahms. Anche il pubblico a casa potrà apprezzare l’evento, che sarà trasmesso prossimamente in tv su Cremona1.
Federica Priori