Cronaca

PS Oglio Po, il giudice dà torto
a Asst sulla pronta reperibilità

Il giudice del lavoro di Cremona Giulia Di Marco ha dato sostanzialmente ragione al personale infermieristico del Pronto Soccorso di Oglio Po (19 su 20 i ricorrenti) patrocinati dall’avvocato Maurizio Bianchini. L’ASST di Cremona dovrà adeguarsi al Contratto Nazionale della Sanità Pubblica e non potrà più inserire, infrasettimanalmente a propria discrezione, nei turni di pronta disponibilità il personale. “Una vittoria – racconta una delle infermiere coinvolte – che ci ripaga di anni in cui tutti ci dicevano che dovevamo fermarci, che non avremmo mai vinto, che non ne valeva la pena”. Ne è valsa la pena.

Una vittoria del personale e di Fials Confsal, unico sindacato che ha sposato la battaglia. “Il Giudice del Tribunale di Cremona – spiegano in un comunicato – ha compreso il disagio e lo sfruttamento ai quali sono sottoposti gli infermieri del Pronto Soccorso di Oglio Po”. Poi una frecciata nei confronti delle altre sigle sindacali: “E’ per i Lavoratori che hanno ricorso e per Fials-Confsal un successo che smentisce tutti quanti, in tanti anni e nal passato non hanno vigilato per difendere gli interessi dei lavoratori ed hanno permesso all’Azienda sanitaria di fare il bello ed il cattivo tempo! Si pensi solo ad una mamma che non poteva portare i figli a scuola oppure all’asilo perché vincolata da una pronta disponibilità (altro non è che la reperibilità) e così tantissimi altri casi di un vincolo che ha condizionato per anni questi lavoratori così come tanti altri di altri reparti di Oglio Po”.

I 19 ricorrenti, tutti dipendenti in qualità di infermieri presso l’Unità Operativa di Pronto Soccorso del presidio ospedaliero Oglio Po di Casalmaggiore, avevano chiamato a giudizio il 5 aprile dell’anno scorso ASST ” lamentando – si legge nella sentenza – la sistematica violazione da parte della stessa dell’art. 28 del C.C.N.L. del Comparto Sanità triennio 2016 – 2018 sottoscritto il 21.05.2018, norma che disciplina il servizio di pronta disponibilità (chiedendo al giudice) di accertare l’illegittimità della condotta della A.S.S.T. di Cremona, di ordinare alla A.S.S.T. di Cremona di astenersi dal reiterare in futuro la suddetta condotta e di condannare la A.S.S.T. di Cremona a risarcire agli attori i danni non patrimoniali sofferti in conseguenza della suddetta condotta, danni quantificati in via equitativa nella misura di € 100,00 mensili a favore di ciascun attore e, dunque, nella misura di € 1.300,00 complessivi a favore di ciascun attore per il periodo da gennaio 2020 a febbraio 2021″. ASST aveva sostenuto invece di essere nella piena legittimità, rigettando tutte le accuse.

Il giudice del lavoro Giulia Di Marco ha dato parzialmente ragione ai ricorrenti, rigettando solo l’ultima parte delle richieste, quella cioé legata al rimborso, quella sostanzialmente meno importante. “(Il giudice) dichiara l’illegittimità della pianificazione del servizio di pronta disponibilità degli infermieri dell’U.O. di Pronto Soccorso del presidio ospedaliero Oglio Po di Casalmaggiore adottata dalla A.S.S.T. di Cremona fino ad oggi, perché in contrasto con il disposto dell’art. 28 del C.C.N.L. 21.05.2018; ordina alla A.S.S.T. di Cremona di astenersi per il futuro dal reiterare la medesima illegittima pianificazione del servizio di pronta disponibilità”.

Soddisfazione viene espressa da Stefano Lazzarini (Fials Comfsal). Quella dell’Oglio Po è sempre stata per lui e per il sindacato che rappresenta una battaglia sacrosanta. “La sentenza del giudice del lavoro ristabilisce un diritto. Quello sancito da un contratto e non interpretabile dal datore a proprio vantaggio. Il giudice ci ha dato ragione. Ha respinto solo la parte del risarcimento, che era poco più di una richiesta simbolica”.

Sul caso è intervenuto anche il consigliere pentastellatto di Regione Lombardia Marco Degli Angeli, che ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto dagli infermieri dell’ospedale OglioPo: “è un grande riconoscimento del grande lavoro svolto da Confsal e di tutti coloro che si sono spesi a favore dei diritti dei lavoratori”. Il consigliere ha ricordato come il 14 luglio 2020 aveva interrogato personalmente l’assessore al Welfare Letizia Moratti, al fine di ottenere delucidazioni in merito (ITR 2741 ndr).

“Come M5s – ha chiosato il consigliere – non ci siamo mai sottratti a fornire il nostro supporto istituzionale. L’assessore al Welfare ci rispose che non era stata ravvisata nessuna criticità, ovvero che l’Asst di Cremona aveva operato nel pieno rispetto del protocollo organizzativo. Sbagliare è umano e questa sentenza ne è la riprova, peccato che da un assessore alla Sanità mi sarei aspetto un atteggiamento più critico e meno indulgente rispetto a quanto riferitole dalla stessa Asst. Dove non è arrivata la Giunta Fontana è invece arrivato l’egregio lavoro della sigla sindacale Fials-Confsal, del dottor Lazzarini.

Un successo, quello ottenuto dai lavoratori, che smentisce chi finora non ha vigilato per difendere gli interessi di chi quotidianamente è in prima linea. Ora mi auguro che questa sentenza possa realmente fare da cartina di tornasole affinché si possa guardare ad un concreto miglioramento delle situazioni lavorative, evitando il ripetersi di situazioni simili”.

Nazzareno Condina

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