Cultura

Il violino Tyrrell 1717 di Stradivari
esposto al Museo del Violino

Tre appuntamenti esclusivi caratterizzano il prossimo week end al Museo del Violino, a Cremona. Il primo è di carattere liutario. Sabato 15 e domenica 16 ottobre sarà possibile ammirare il violino Tyrrell 1717 di Antonio Stradivari. Le straordinarie qualità di costruzione e conservazione portarono i fratelli Hill, noti esperti di liuteria, a definire lo strumento, oggi appartenente a una collezione privata ed esposto grazie a J&A Beare e in collaborazione con J&A Beare Scientific Research Department, “uno dei migliori esempi del lavoro del Maestro”. Non a caso è stato più volte affiancato al celebre Le Messie, evidenziando tratti di affinità in numerosi dettagli costruttivi oltre che nell’evidente e diffusa presenza di vernice originale.

Il violino fu acquistato nel 1840 dal funzionario governativo Edward Tyrrell, nella cui collezione affiancò altri preziosi strumenti cremonesi. All’inizio del Novecento, W.E. Hill & Sons lo cedette a George Neill, andando tra l’altro ad affiancare il Lam, ex Scotland University 1734, anch’esso esposto a Cremona nell’ambito del network friends of Stradivari. In seguito anche Clarence Payne, Gerald Segelman, Howard Gottlieb e l’attuale proprietario hanno preservato lo strumento in condizioni eccellenti.

Gli altri appuntamenti del week end museale sono, invece, di carattere musicale. Due capolavori della Fondazione Walter Stauffer, saranno protagonisti dei brevi concerti con strumenti storici delle Collezioni, a mezzogiorno in Auditorium Giovanni Arvedi. Sabato, Andrea Nocerino suonerà il violoncello Antonio Stradivari Stauffer 1700, mentre domenica Francesco Fiore si esibirà con la viola Girolamo Amati Stauffer 1615

Questa è ritenuta il più antico esemplare cremonese di questa taglia, meglio rispondente a una tecnica interpretativa all’epoca in rapida evoluzione. Su fondo, l’etichetta reca la dicitura Antonius, & Hieronymus Fr. Amati / Cremoneñ. Andreæ fil. F. 1615. In realtà deve essere considerata opera del solo Girolamo che continuò a usare la medesima dicitura anche dopo la morte del fratello nel 1607.

Il violoncello di Antonio Stradivari ha dimensioni vicine a quelle agli strumenti realizzati con il modello oggi identificato e conosciuto come forma B, utilizzato dal Maestro a partire dal 1707. La storia dello strumento, ricostruita principalmente sulla base della documentazione dei fratelli Hill, si illumina improvvisamente quando, a metà Ottocento, Lisa Cristiani, giovanissima musicista parigina, ne entra in possesso e lega indissolubilmente il proprio nome a Stradivari e questo strumento.
Felix Mendelssohn Bartholdy le dedica la Romanza senza parole op.109, cardine del programma proposto da Andrea Nocerino: un impaginato di ampia escursione tra epoche e stili giustapponendo brani di Bach, Vivaldi, Fauré e Saint-Saëns. È invece interamente dedicato a Johann Sebastian Bach il recital di Francesco Fiore, protagonista dell’esecuzione dei preludi dalle prime tre suite per violoncello solo.

 

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