Dopo 24 anni si chiude il recupero dell'ex
Consorzio Agrario: addio alla palestra
Addio all’idea di costruire una palestra di quartiere nella palazzina incompiuta di via Monsignor Assi, di fianco al Famila. A 24 anni dalla stipula del primo Accordo di programma per la riqualificazione dell’ex Consorzio agrario, nell’area ora conosciuta come parco Fazioli e via della Vecchia Dogana, la Giunta Galimberti chiude il capitolo di questo travagliato intervento che ha visto revisioni, fallimenti di cooperative edilizie e lavori lasciati a metà. In sintesi, la Giunta ha deciso di eliminare la destinazione d’uso a palestra della palazzina ormai quasi del tutto ristrutturata ma mai utilizzata (la prima che si incontra percorrendo via Monsignor Assi da via Opifici) e di inserirla nel Piano delle alienazioni, mantenendone la destinazione a servizi di pubblica utilità. Cosa questo significhi non è ben chiaro in quanto la tipologia potrà essere modificata a seconda delle manifestazioni di interesse all’acquisto che arriveranno. Alcune proposte sono peraltro già pervenute in Comune.
Contestualmente viene messa la parola fine alla lunga fase di revisione e proroghe dei contenuti dell’accordo di programma e così il Comune può svincolare le fidejussioni per 440.769 euro rimaste finora bloccate. La cifra è destinata ad opere pubbliche.
Il Programma di Riqualificazione Urbana PRU era stato in parte autofinanziato (con oneri di urbanizzazione e
risorse di competenza degli operatori privati) e in parte finanziato da contributo a fondo perduto da parte dello Stato (Euro 1.418.190,64) e prevedeva la realizzazione di interventi sia privati che pubblici. Sono così sorte residenze per 150.100 metri cubi e superficie commerciale di 9.700 mq; parcheggi, la nuova strada di scorrimento (via della Vecchia Dogana); verde attrezzato; piazza centrale con percorsi ciclo-pedonali.
Sono invece restate inattuate due previsioni: il recupero dell’edificio dell’ex Consorzio Agrario di 520 mq da destinare a Centro Servizi comunali; e quello dell’edificio di 1.350 mq dove avrebbe dovuto sorgere un teatro sperimentale
In una modifica del 2003 veniva eliminata la previsione del teatro sperimentale e introdotta invece quella della palestra, mentre veniva confermato il recupero dell’edificio destinato a Centro Servizi Comunali. La modifica non sarebbe stata definitiva: seguivano varie altre revisioni, fino a quella del novembre 2011 con cui veniva concessa la destinazione d’uso a terziario – commerciale – residenziale al posto del Centro servizi. Con le maggiori risorse recuperate, l’operatore privato avrebbe dovuto completare la palestra. Neanche questo si è tradotto in realtà. Ora, l’ipotesi della vendita di quella che avrebbe dovuto essere la palestra riapre la possibilità di chiudere finalmente il cantiere. gbiagi