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Alvini, il mercato e le chance
salvezza: Giacchetta a tutto tondo

Si mostra fiducioso il direttore sportivo Simone Giacchetta dopo il ko di Empoli che accompagnerà la Cremonese alla sosta da terz’ultima in classifica, a -6 dalla zona salvezza: “Dire credere ancora nella salvezza è more essere già retrocessi, non è un modo di affrontare il prema che c’è in maniera positiva. Tutti quanti noi abbiamo il dovere di pensare, a 23 giornate di campionato dalla fine, il tempo di mediare c’è, che l’impegno messo fino ad ora è stato buono, ma non sufficiente per ottenere quei punti che possono far vedere il futuro con positività. Allo stesso tempo 6 punti da recuperare in 23 partite ti danno la consapevolezza che è difficile, dura, ma che ce la possiamo fare”.

Riflessioni in corso a tutto tondo, non solo per quanto riguarda la posizione di Massimiliano Alvini: “Conta quello che fai sul campo, come arrivi alle partite che è stato sempre buono, come affronti l’avversario e non siamo mai stati perdenti in partenza: sappiamo però che questo non basta, dobbiamo fare prima delle valutazioni, poi delle scelte. Tutte le scelte dolorose, ma in casi come questi pensi siano necessarie”. “Dopo analisi nostre interne – ha aggiunto – faremo un confronto con la proprietà, ma penso che il nostro percorso da qui in avanti deve esser improntato sull’ottimismo, sull’essere positivi, sul lavorare in silenzio cercando di tirare fuori il meglio di quello che possiamo. In queste 15 partite, dal punto di vista della conduzione tecnica, con questa rosa, il lavoro che è stato fatto non è negativo in assoluto”.

Sempre su Alvini, ha chiarito: “Il mister è un esordiente, un grande lavoratore, non è un gestore, ma un allenatore che allena. Anche lui ha dei meriti e delle responsabilità come tutti noi e anche lui, come noi deve crescere e milgiorare. Ha avuto tante difficoltà anche lui  nell’assemblare un gruppo nuovo, con tanti stranieri. Ha il merito di aver dato un’identità alla squadra, ha reso possibile il confronto in ogni partita, è rimasto fedele ai suoi principi. Ci sono tanti giocatori che stanno crescendo, l’ultima partita dimostra che la Cremonese forse con quella qualità che manca poteva fare risultato a Empoli, così come a Lecce e a La Spezia, quindi un lavoro di base da parte del tecnico c’è: sarebbe stato più semplice una squadra già rodata da tanti anni di Serie A e andando male le cose dire: bisogna cambiare l’allenatore. Adesso arriva questa sosta, che giunge a puntino e ci permette di analizzare tutto quello che è stato fatto fino ad adesso con lucidità e serenità e con l’intenzione di fare di tutto per mantenere questa categoria che ci siamo guadagnati. Dobbiamo fare tutto nell’interesse della Cremonese, in questa prima parte di campionato sono tanti elementi da valutare, meriti e responsabilità sono da valutare, con una rosa di qualità tutto poteva essere riconducibile all’allenatore. Secondo me le problematiche sono diverse, ognuno ha delle responsabilità, ma anche delle capacità”.

“Tutti quanti noi – ha detto ancora – dobbiamo vivere questa esperienza della Serie A come una grande opportunità: ogni giorno respiriamo grande entusiasmo e positività, è opportuno ringraziare tutti i tifosi, pur nona vendico regalo una gioia con il risultato pieno si respira una grande aria di entusiasmo e forza contagiosa allo stadio: questo ci deve accompagnare ancora. Siamo nati per rendere la vita dura agli altri, magari non saremo i primi della classe ma ce la giocheremo fino alla fine”.

Allenatore che ha avuto voce anche in sede di mercato, operato di concerto tra tutto lo staff grigiorosso, Braida incluso: “Il confronto c’è con tutte le componenti della Cremonese. Siamo un piccolo team, dove si condivide e ci si confronta, poi qualcuno decide. Tutti i giocatori che un club prende lo fa in condivisione con l’allenatore perché poi è lui che ci lavora sul campo. Poi succede che si parte con le migliori intenzioni, ma ti accorgi che qualche giocatore non corrisponde veramente a quel che si pensava. Non è un’assegnazione di colpe, siamo tutti coinvolti. Non bisogna fare riunione fiume, parliamo ogni giorno di calcio, campionato, Cremonese quindi senza dare responsabilità e merito in particolare. Ariedo è un’aima viva determinata e determinante all’interno della Cremonese. In alcune zone, come a centrocampo e in difesa, abbiamo cercato giocatori che hanno fisicità, corsa, profili in linea con l’idea di gioco dell’allenatore. Forse questo tipo di identikit ha tolto sicuramente un giocatore più tecnico in alcune zone del campo che il campionato ha reso necessario avere”.

Il ds riconsce che se “dopo 15 partite non si è ancora vinto, un po’ di qualità manca” e si proietta sul mercato invernale: “Intanto c’è da fare una valutazione, capire con chi proseguire, fare delle scelte per poi fare i relativi ingressi. Qualcuno che possa portare un contributo migliore, diverso, l’intenzione è quello di migliorare la squadra attraverso caratteristiche che oggi ci mancano, che non abbiamo e che queste partite ci hanno detto che è necessario poi bisogna vedere anche la volontà degli altri. Quella della Cremonese c’è quella di fare tutto il possibile per mantenere questa categoria”.

mt

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