Cronaca
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Piste ciclabili, il Governo taglia i fondi
Resta scoperto un terzo del Biciplan

L’azzeramento del Fondo statale per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane deciso dalla legge di Bilancio 2023 mette a rischio la realizzazione di oltre un terzo delle piste contenute nella programmazione del Comune di Cremona e recepite nel Biciplan redatto dall’allora consigliere Filippo Bonali del 2018. In tutto 80,86 km di cui 32 km realizzati fino al 2019, e 15 km dal 2019 ad oggi.

Sono 16 le piste ciclabili inserite nello strumento approvato durate la prima giunta Galimberti e Cremona si pone già in testa nelle graduatorie nazionali della mobilità ciclabile. Molto  stato fatto, ma si può fare di più, sostiene Stella Bellini, consigliera  di +Europa in consiglio comunale, che ha presentato un’interrogazione per chiedere al Comune di sollecitare l’Anci, l’associazione dei comuni, a intervenire sul parlamento per il ripristino totale del fondo, rifinanziato solo in parte.

Tra i tracciati più richiesti dai residenti c’è quello che collega il Boschetto alla città, che dopo la bocciatura ad un primo bando per il finanziamento, è stato inserito tra progetti del Pnrr e quest’anno dovrebbe essere la volta buona per vederlo realizzato. Il Biciplan tuttavia, per quanto rivisto e corretto, prevedeva un ulteriore sviluppo di questo collegamento, con un tratto fino al piazzale della Fiera.

E tra le piste che al momento sono ancora nel limbo, ci sono diversi collegamenti tra le periferie, ad esempio tra il quartiere Cambonino e Castelverde  e tra il Cascinetto e le frazioni San Selice e San Savino, staccandosi da via Postumia.

In attesa anche la pista su via Trebbia, che – sempre da Biciplan –  avrebbe dovuto correre lungo il marciapiede per i 900 metri della strada, congiungersi con il sottopasso della tangenziale (tratto già esistente) passare in sicurezza nel piazzale Tamoil, dove oggi esiste una commistione di auto, autocisterne e due ruote, con una diramazione lungo via Eridano  fino a via Costone di Sotto e da qui fino a via Milano.

Il piano urbano della mobilità sostenibile, d’altra parte, prevede che almeno il 18% degli spostamenti in città avvenga sulle due ruote: un target così ambizioso, conclude l’interrogazione, richiede che ci sia il concorso anche finanziario dello Stato. Tanto più che le nuove norme sulla mobilità sostenibile hanno molto alleggerito le spese per questo tipo di interventi, dando il via libera alle corsie ciclabili, semplici strisce sull’asfalto, come quella di via Massarotti. gb

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