La Cremo c'è ma gli errori
dei singoli la condannano
“La miglior Cremo da quando siamo qui”: parole di Ballardini a corredo dell’1-3 con l’Atalanta. Analisi di prestazione, che non trova conforto nel risultato perché a far la differenza sono gli errori tecnici e il diverso passo nei duelli con una Dea piuttosto pagana allo Zini. La rincorsa bergamasca all’Europa trova punti preziosi a Cremona anche grazie ai limiti individuali dei grigiorossi: i 35 punti di differenza in classifica non si vedono fino allo 0-1 ma emergono alla distanza con le accelerate di Zapata prima, Hojlund, Boga e Lookman poi, gente che, se ingrana, diventa fuori portata.
Il primo tempo ben interpretato dagli uomini di Ballardini – una buonissima notizia dopo gli approcci morbidi delle scorse puntate – è figlio anche delle scelte in mezzo al campo: Castagnetti e Benassi non giocano a nascondino, si propongono e il pallone gira più di altre volte. Più problematica a destra la gestione Aiwu-Pickel, sfociata spesso in alleggerimenti per Carnesecchi. Di Meité si può dire tutto e il contrario di tutto: nessun grigiorosso ha la sua fisicità in mezzo al campo, ma il suo passo e il suo volersi tenere stretto il pallone in situazioni di rischio ne fanno un elemento troppo spesso incostante e da scippo facile. Di alti e bassi vive anche l’Atalanta, con picchi però devastanti. L’esplosività di Zapata è incontenibile per Bianchetti sul primo gol orobico, ma la prima topica di giornata di Aiwu che confeziona l’assistenza involontaria al rimorchio di De Roon è una bruttura che il primo tempo della Cremo non merita. Il correre sul filo del rasoio ogni volta che l’attacco bergamasco prende velocità è ancor più rischioso nella ripresa, quando Gasperini alza i giri con Boga, Lookman e soprattutto Hojlund, classe 2003 pagato 17 milioni e per il quale alcune inglesi sarebbero disposte a sborsarne oggi una cinquantina.
Già, la Premier, ricca sfondata e spendacciona: allo Zini, secondo la stampa inglese, ci sono pure emissari del Burnley interessati ad Aiwu. Sembra un pesce d’aprile. Responsabile sul gol di De Roon, complice su quello di Boga, colpevole su quello di Lookman, Aiwu vive la peggior giornata da quando è in grigiorosso. E dire che la Cremo per più di un’ora non solo regge, corregge: Ciofani (sì, ancora lui, sempre lui, miglior bomber grigiorosso) guadagna e trasforma il rigore del pari. Il diverso passo tra Bianchetti e Hojlund fa da prologo all’1-2 al 72’, ma Ballardini non alza bandiera bianca. L’occasione al volo di Valeri nel recupero è enorme ma capita sul piede sordo del giocatore più costante della stagione, che proprio all’andata aveva firmato il primo gol in serie A e per il quale Alvini ipotizzava un futuro azzurro.
Di nero-azzurro si tinge invece definitivamente la gara col duetto stonato Pickel-Aiwu. Lo svizzero s’incarta in fase di costruzione (recidivo), l’austriaco si consegna al nemico (recidivo). Il torello in area Cremo porta al tris di Lookman che in precedenza aveva graziato Carnesecchi al pari di un clamoroso tap-in sbucciato da Hojlund. Se all’andata dopo il pari subito la Dea si era ingarbugliata tra le maglie grigiorosse, al ritorno ha trovato le risposte necessarie per la rincorsa europea nonostante le lamentele di Gasperini per la rosa corta (la sua…). Al Gewiss la Cremo aveva strappato il pari azzerando le amnesie, allo Zini si è consegnata al nemico mettendoci lo zampino in tutti i gol presi. Dalla realtà di un campionato avaro di soddisfazioni – ultimo posto, peggior difesa, peggior bottino casalingo -, al sogno di due notti di mezza primavera: per una serie A che sfugge, c’è una semifinale di Coppa Italia alle porte.
Simone Arrighi