Cronaca

Ricordo del 50° anniversario
del “giovedì nero” di Milano

Cinquant’anni fa moriva colpito da una bomba l’agente della squadra celere Antonio Marino durante quello che venne definito il giovedì nero di Milano. Il giovedì nero di Milano è una “delle pagine più tristi della storia repubblicana, è pagina di eversione, violenza e vigliaccheria di cui è stato vittima il Paese intero ed è doveroso per le istituzioni ricordare il cinquantesimo anniversario di quella triste giornata”, come sottolineano in una nota congiunta Paolo Carletti (residente del Consiglio Comunale di Cremona) e Luca Burgazzi (assessore alla Cultura, Giovani e Politiche della Legalità).

Quindi prosguono: “Nonostante il divieto giunto dalla Questura, il MSI confermò la sua manifestazione del 12 aprile contro la violenza comunista “nelle città e nelle scuole”. Nonostante il divieto, i manifestanti, alle 17:30, si radunarono ugualmente. Guidati dal vicesegretario Franco Servello e dall’onorevole Francesco Petronio, e dal segretario della Federazione giovanile Ignazio la Russa, alle 18:30 marciarono verso la Prefettura per protestare contro il divieto. Il corteo fu caratterizzato da numerosi atti di violenza e di teppismo, per cui venne schierato il terzo reparto Celere. Vi furono diverse schermaglie tra forze dell’ordine e missini”.

Nella nota si ricorda ancora: “I manifestanti si scatenarono nel quartiere Monforte-Venezia di Milano in una serie di violenze contro circoli culturali, sedi di giornali e associazioni democratiche e persino contro singoli passanti intimiditi e malmenati, sino al lancio di tre bombe a mano contro la polizia. Antonio Marino venne colpito in petto dalla seconda bomba, che lo uccise sul colpo: al momento della morte aveva ventidue anni”.

“Oggi come ieri – concludono Carletti e Burgazzi – è compito delle istituzioni vigilare sugli smottamenti antidemocratici che la nostra società potrebbe avere e difendere con tutta la forza quei presidi democratici che costituiscono l’autentica linfa della nostra comunità”.

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