Biometano, minoranze unite contro
localizzazione e aggravio traffico
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Forze di opposizione unite all’indomani dell’audizione in commissione di Vigilanza dei vertici di Agripower, società del gruppo A2A sull’impianto di biometano in fase di istruttoria accanto al termovalorizzatore di san Rocco, in quelo che il Comuen di Cremona, con una variante al Pgt, ha da tempo destinato a parco dell’economica circolare.
Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, che raramente firmano documenti in comune, diffondono oggi una nota congiunta che lascia ancora aperti dei dubbi sulla bontà dell’opera e sui vantaggi che Cremona ne trarrebbe, nonostante ieri in tre ore di relazione, i tecnici della società controllata da A2A abbiano sviscerato tutta una serie di ragioni che collocano quest’impianto a pieno titolo negli scenari auspicati dall’Unione Europea per abbandonare le importazioni di gas e contribuire alla transizione energetica. Tanto che – è stato detto – se l’intervento non avesse come conseguenza l’abbattimento di almeno l’80% delle emissioni di Co2 rispetto a una fonte fossile, non potrebbe essere finanziato tramite Pnrr.
“Abbiamo assistito ieri – fanno sapere i capigruppo di opposizione – all’incontro della commissione Vigilanza in cui per la prima volta in modo compiuto è stato presentato da A2A e dal Comune il progetto per la realizzazione sul nostro territorio di un impianto di biometano. Questa opera mette in gioco una parte importante del futuro della nostra città per i prossimi anni, questo ci impone di porre fin da subito delle domande, a cui noi tutti come cittadini, prima ancora che come forze politiche, abbiamo il diritto di avere risposte chiare e convincenti. Purtroppo, già nel corso del dibattito in Consiglio Comunale in cui abbiamo avanzato la richiesta di analizzare pubblicamente con i cittadini e le associazioni interessate gli aspetti connessi alla realizzazione di questa opera, l’amministrazione si è detta indisponibile ad un confronto partecipato.
Nel frattempo, gli organi preposti all’istruttoria tecnica del progetto hanno evidenziato una serie di criticità significative. In particolare il settore ambiente della Provincia di Cremona ha ribadito più volte nel suo parere l’inopportunità di realizzare un nuovo impianto nel comparto. Si tratta di problematiche difficilmente risolvibili.
Per questo, anche alla luce del dibattito di ieri, chiediamo che vengano fornite risposte chiare e vengano assunti impegni concreti nel rispetto dei cittadini cremonesi:
1. Nel corso della commissione è stato spiegato che l’impianto avrà una vita di 15 anni (in linea con la durata degli incentivi PNRR per la sua realizzazione): come si realizza quindi la transizione energetica nel lungo periodo che ci viene raccontata? E che ne sarà dopo 15 anni?
2. Questo impianto porterà nella zona interessata un aumento considerevole di traffico pesante (per alimentare l’impianto e per trasportare il digestato frutto della trasformazione): ancora ieri non abbiamo avuto risposte in merito alle opere previste per sostenere questo traffico, soprattutto in prossimità dell’impianto dove le strade sono per altro sottodimensionate.
3. Infine, come più volte sottolineato da interventi autorevoli, rimane una grossa perplessità sulla zona individuata per la dislocazione dell’opera. Nell’area sono già presenti diversi altri impianti che, sia singolarmente e ancora di più nel loro complesso hanno un impatto significativo dal punto di vista ambientale e paesaggistico: come si giustifica quindi la necessità di localizzare anche questo impianto in questa zona, dove peraltro non sono presenti una concentrazione sufficiente di aziende agricole che possano sostenere l’alimentazione dell’impianto?
Dopo tre anni dal lancio del progetto Cremona 20-30, presentato con grande enfasi comunicativa, l’unico progetto che sta prendendo forma, tra mille problemi, è proprio l’impianto di biometano. Peraltro, i rappresentanti di A2A hanno chiaramente detto che, qualora non venissero ottenuti i finanziamenti dal PNRR, l’impianto non verrebbe realizzato.
“In generale – concludono le minoranze riprendendo un concetto ribadito diverse volte da Carlo Malvezzi, ma negato dal sindaco Galimberti – dei 12 progetti di competenza di A2A nel programma Cremona 20-30, con investimenti stimati di circa 150 milioni di euro, oggi si è persa ogni traccia. Come spesso accade tanto fumo e niente arrosto, il centrosinistra cremonese, come nel caso dell’inceneritore, si mostra ecologista solo a parole, dimostrando nei fatti il proprio disinteresse alla transizione energetica della città e alla salute dei cittadini cremonesi”.
Alcune risposte ai quesiti delle opposizioni in realtà sono state date in Vigilanza: ad esempio, le ragioni normative e tecniche (immissione del biometano prodotto nella rete Snam e sinergia operativa tra nuovo impianto e quelli già installatati) per reallizzare proprio lì l’intervento, al confine tra Cremona e Gerre de Caprioli. gb