Bancarotta: assolto Lino Cauzzi,
colto da un malore in aula
La sentenza nei suoi confronti gli è stata comunicata dal suo avvocato Stefania Giribaldi che lo ha raggiunto telefonicamente in ospedale dove questa mattina è stato ricoverato dopo un malore che lo ha colto proprio mentre si stava difendendo davanti ai giudici del collegio di Cremona. Oggi Lino Cauzzi, 80 anni, imprenditore originario del mantovano, ma notissimo anche nel cremonese, è stato assolto dall’accusa di bancarotta documentale.
Cauzzi, imprenditore alberghiero, in passato proprietario di cinque alberghi di Desenzano, Peschiera del Garda, Mantova, Canneto sull’Oglio e dell’hotel Hermes di Cremona, complessivamente un patrimonio immobiliare da 60 milioni di euro, è stato colto da un malore in piena udienza. In tribunale sono arrivati infermieri e medici del 118 che gli hanno prestato le prime cure in aula, dopodichè, una volta stabilizzato, lo hanno trasferito in ospedale da dove è uscito nel pomeriggio.
Cauzzi si è sentito male mentre stava ricordando tutte le vicissitudini patite negli anni e le minacce subite dalla camorra, compreso l’incubo vissuto nel 2018, quando due uomini incappucciati lo avevano immobilizzano e ferito al volto con un coltello.
Nel 2009 sui suoi hotel aveva messo le mani la cosca malavitosa dei Catapano, i cui componenti erano poi stati arrestati e condannati grazie alle denunce dell’imprenditore, che sulla sua lotta alla camorra aveva anche scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La sorte mi è stata benevola, almeno fino a quando sulla mia strada ho incontrato i lupi travestiti da agnelli”. Una missiva in cui Cauzzi aveva ripercorso i tratti salienti della sua vicenda e della storia dell’hotel Hermes. “Sono stato costretto a cedere cinque hotel”, aveva scritto. “Criminali condannati, ma proprietà mai riavute”.
Oggi l’ex imprenditore doveva difendersi dall’accusa di aver sottratto libri contabili della Restauro Voltese srl, società di cui è stato amministratore unico, proprietaria dell’Hotel Peschiera, cagionandone il fallimento l’1 ottobre del 2019. Assolto: “Il fatto non costituisce reato”.
Sara Pizzorni