Cronaca

Atti giudiziari falsificati. Via al
processo per l'avvocato Guizzardi

Vittime, giudici e clienti del legale cremonese

Si è aperto oggi il processo nei confronti dell’avvocato cremonese Andrea Guizzardi, 47 anni, accusato di aver falsificato atti giudiziari, firme di giudici e di cancellieri del tribunale di Cremona e del palazzo di giustizia di Milano.

Come ha spiegato il sostituto commissario della Squadra Mobile di Cremona Luca Mori, l’indagine su Guizzardi, avvocato con la passione per la scrittura (tre romanzi pubblicati e diversi premi letterari vinti), risale al luglio del 2019, in seguito ad una denuncia presentata contro ignoti in procura a Cremona da una donna. In una causa civile per sfratto, la controparte le aveva prodotto una sentenza del tribunale di Cremona che le sembrava falsa. A dicembre del 2020, gli agenti della Mobile avevano eseguito nello studio di Guizzardi una perquisizione domiciliare e una informatica, trovando nel suo computer, contenute in un documento word, intestazioni fittizie del tribunale di Cremona, le firme false delle toghe e dei cancellieri cremonesi e milanesi, decine di atti giudiziari, tra cui sentenze civili, atti di pignoramento, decreti ingiuntivi e, persino, i verbali di sommarie informazioni testimoniali. Tutto materiale falso confezionato da Guizzardi, così come lo stemma della Repubblica italiana. Gli inquirenti, che avevano sentito le vittime, e cioè i clienti di Guizzardi, convinti di aver vinto le cause e di conseguenza in attesa del risarcimento dei danni, ritengono che il “modus operandi” dell’avvocato Guizzardi fosse finalizzato al pagamento delle parcelle per le cause vinte.

Nel processo sono stati acquisiti i verbali dei giudici che erano stati sentiti all’epoca dei fatti, tranne due: i consiglieri di Cassazione Luigi Abete e Danilo Sestini, che quindi dovranno presentarsi a testimoniare la prossima udienza, fissata al 6 dicembre, insieme alle altre parti offese, i clienti di Guizzardi.

Secondo l’accusa, l’avvocato avrebbe confezionato una copia inesistente di una sentenza datata 7 maggio 2019, ma all’apparenza originale, con l’emblema della Repubblica Italiana e in calce il nominativo del giudice di Cremona Tiziana Lucini Paioni con una firma a penna, e copia di verbale di pignoramento falso datato 11 luglio del 2019, atti che erano stati consegnati a Massimiliano e Maria, le due parti offese, facendo loro credere di aver vinto nel procedimento di cognizione successivo alla procedura di convalida di uno sfratto, procedimento in realtà mai instaurato dall’imputato.

E poi ancora, una copia di verbale di pignoramento falso datato 15 ottobre del 2018 e sette provvedimenti a firma del giudice del tribunale di Milano Luca Giani, copia dell’ordinanza a firma del giudice del tribunale di Milano Gloria Maria Gambitta, e copia di ordinanza emessa dal giudice del tribunale di Milano Caterina Trentini. Tutti atti falsi ma all’apparenza originali, con l’emblema della Repubblica Italiana, l’intestazione “Ufficio Sorveglianza di Milano, il Magistrato di Sorveglianza”, “Tribunale Ordinario di Milano, Sezione Terza Civile”, e la firma a penna sotto la dicitura “Il Giudice”, atti poi consegnati a Massimiliano, parte offesa, in base ai quali risultava falsamente che quest’ultimo fosse creditore, nei confronti del precedente difensore, di 61.313,20 euro.

Nel luglio del 2020, l’avvocato-scrittore avrebbe anche confezionato copia di provvedimenti di riduzione della posizione debitoria di una cliente, un atto falso con la firma del giudice Lucia Valla in base al quale risultava falsamente che il debito della parte offesa nei confronti di un istituto bancario fosse stato ridotto.

E ancora, copia di un verbale di pignoramento senza data ma con la firma dell’ufficiale giudiziario, tre decreti di citazione diretta a giudizio a firma dell’ex pm di Cremona Milda Milli, sei verbali di sommarie informazioni apparentemente raccolti dal pm Milli, copia di sette provvedimenti a firma del giudice del tribunale di Cremona Francesco Panchieri, copia di un provvedimento di assegnazione di somme pignorate a firma del giudice di Cremona Stefania Grasselli, copia di un provvedimento di rigetto di una domanda della persona offesa a firma del giudice di Cremona Chiara Tagliaferri, copia di un provvedimento di fissazione di discussione relativo ad un ricorso per Cassazione a firma del Consigliere di Cassazione Luigi Abete, copia di un provvedimento di rigetto di ricorso in Cassazione a firma dei Consiglieri di Cassazione Abete e Sestini, atti in tutto falsi che erano stati consegnati ad un cliente e dai quali risultava falsamente che l’uomo fosse creditore nei confronti di una compagnia assicuratrice della somma complessiva di 300.000 euro.

Secondo l’accusa, Guizzardi, in qualità di avvocato, redigendo atti giudiziari falsi che consegnava ai propri assistiti, si sarebbe reso infedele ai propri doveri professionali, arrecando danno alle parti da lui assistite davanti all’autorità giudiziaria, rassicurandole sul buon andamento delle cause da lui patrocinate, quando in realtà tali cause non sarebbero state instaurate o comunque avrebbero avuto un decorso completamente diverso rispetto a quanto prospettato dal legale.

Guizzardi non è nuovo a questo tipo di contestazioni: nei suoi confronti il gip aveva applicato la misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare la professione per un anno. Il 30 ottobre del 2019 l’avvocato-scrittore era finito a processo per aver confezionato una sentenza falsa per intascarsi mille euro. Il pm aveva chiesto un anno di reclusione, ma l’imputato era stato assolto da entrambe le accuse di falso e di appropriazione indebita (per quest’ultimo reato l’azione penale non doveva essere proseguita per difetto di querela). “Non andavo a rovinarmi la vita per mille euro”, aveva commentato Guizzardi dopo la lettura della sentenza.

Nel maggio del 2021 il secondo procedimento penale, anch’esso terminato con un’assoluzione. In questo caso Guizzardi era accusato di falso e tentata truffa per aver contraffatto un decreto ingiuntivo e un atto di pignoramento. “Una mera copia fotostatica priva dei requisiti di forma e di sostanza capaci di farla sembrare un provvedimento originale”, aveva sostenuto il suo difensore. E il giudice gli aveva dato ragione.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...