Cronaca

L'addio al Torriani della preside
Mozzi: "Scuola grande grazie a tutti"

Dopo 12 anni alla guida dell’Istituto Torriani, la preside Roberta Mozzi andrà in pensione dal 1 settembre, lasciando una scuola profondamente trasformata rispetto a quando vi entrò nel 2011, dopo una breve esperienza dirigenziale al Marazzi di Crema e, prima ancora, di insegnante al liceo Anguissola. Ora qualche settimana di vacanza a Cefalonia, dove non mancherà di andare a vedere il sacrario degli italiani, e poi in agosto di nuovo a Cremona, dove si dedicherà alle ultime pratiche della scuola – la più popolosa della città, su diverse sedi e con diversi indirizzi –  nonostante abbia ancora da smaltire un mese di ferie.

Come sono stati gli inizi al Torriani?

“Avevo trovato subito uno staff di vicepresidenti ristretto ma molto competente, che mi hanno dato una mano ad inserirmi. C’era un corpo docenti stabile e quello mi ha aiutato, molti di loro li conoscevo già. Penso di non avere problemi di socializzazione e credo anche di empatia e pian piano mi sono inserita”.

Come è cambiata la scuola in questi 12 anni?

“Una delle cose che ho cercato sempre di fare è il discorso della progettualità. Una scuola grande come il Torriani aveva bisogno di una progettualità più ampia anche su cose meno tecniche e più rivolte alla formazione del cittadino in sé”.

“Ecco quindi i progetti legati alla memoria europea, accogliendo le proposte di Ilde Bottoli: ho colto da subito la sua richiesta di diventare capofila di questa esperienza che culmina con i Viaggi della Memoria, subentrando all’Einaudi dopo il pensionamento del preside Verdi, che ritengo uno dei miei dirigenti di riferimento.

E poi abbiamo continuato un percorso già iniziato all’Anguissola, l’educazione alla legalità con due docenti molto competenti, la professoressa Gaudenzi e il professor Villa, abbiamo raccolto il testimone del Manin divenendo capofila del CPL, Centro di educazione alla legalità provinciale.  In questo modo l’aula Magna del Torriani ha visto di anno in anno la presenza di personaggi di spicco dell’antimafia (don Ciotti di Libera è solo un esempio) e sono stati organizzati viaggi in Sicilia e  nei luoghi restituiti allo Stato”.

Il suo arrivo al Torriani ha coinciso più o meno con l’evoluzione del Liceo scientifico tecnologico in Liceo delle scienze applicate. e poi c’è stato l’accorpamento dell’Apc. Passaggi difficili?

“Il percorso del liceo scienze applicate era già iniziato l’anno prima che arrivassi. La differenza tra Crema e Cremona è che là il liceo è stato assegnato a un solo istituto, il Galilei, a Cremona invece è stato spalmato tra Torriani e Aselli. Anche se l’Aselli è stato visto come nostro ‘competitor’, io ho sempre cercato di cogliere le cose positive e di collaborare. Con i colleghi che si sono succeduti all’Aselli in presidenza ho sempre avuto ottimi rapporti e non ci siamo mai pestati i piedi.

Punti di forza del Torriani sono stati i laboratori, intesi non solo come spazi fisici e strumentazioni ma anche come risorse umane, con  assistenti tecnici che sono eccezionali e insegnanti tecnico pratici che noi già avevamo, grazie agli indirizzi tecnici e professionali, e che ci hanno sempre dato una mano sul liceo.

Poi è arrivato il Liceo sportivo, l’ho fortemente voluto e in questo è stato fondamentale l’arrivo dal Pacioli della professoressa Lazzari. Ma l’idea di potenziare l’offerta sportiva all’interno della scuola c’era già. Avevamo spazi, palestre, competenze e una buona dose di entusiasmo da parte di chi doveva affrontare questa nuova avventura, quindi tutto è filato liscio.

Diverso il discorso dell’accorpamento dell’APC, che ha portato il valore molto positivo della costruzione di una filiera su settori mondo appetibili nel mondo del lavoro. Penso alla meccanica ma anche – e spero che si potenzierà –  all’elettronica e all’elettrotecnica che continuano a faticare a prendere piede ma che il mondo del lavoro lo richiede. Spero che le famiglie arrivino presto a capirlo.

La cosa più difficoltosa è stato accorpare una scuola che aveva una fisionomia molto radicata nella storia cremonese e quindi un orgoglio professionale. E questo forse non ha giovato molto all’integrazione dei due sistemi, oltretutto su due sedi diverse. Ma devo davvero ringraziare la professoressa Mele che da insegnante radicata all’interno dell’Apc ha sposato questa nuova collocazione dell’indirizzo e dall’interno, insieme ad altri docenti, ha aiutato a creare quel senso di scuola totale che è necessario per andare avanti. Le soddisfazioni stanno arrivando: il professionale sta crescendo come iscrizioni, e la collabrazione con la Prefettura sta dando buoni frutti sul fronte dell’educazione alla legalità”.

Qual è il progetto che avreste voluto veder realizzato e invece rimane incompiuto?

Un rammarico sarà quello di non non poter seguire direttamente la nuova impostazione logistico – didattica che prevede, per le classi terze, quarte e quinte, una nuova dislocazione delle classi. Mi spiego. Dal prossimo anno, sarà la classe a seguire l’insegnante e non viceversa come sempre avvenuto. Una “rivoluzione” che trae origine dall’aumento degli iscritti e dalla necessità di reperire nuovi spazi, cosa che per un certo periodo ci ha fatto anche ragionare sulla possibilità di una terza sede. Eventualità  però complicatissima da gestire e quindi abbandonata. Prendendo quindi spunto dalla ristrutturazione di officine e laboratori che la Provincia stava già attuando anche con i fondi del Pnrr è in corso una revisione degli spazi che saranno suddivisi per discipline. Saranno le classi a muoversi all’interno della scuola per raggiungere aule e laboratori.

E’ un cambiamento non solo logistico ma anche di attenzione alla didattica che dovrà seguire questi cambiamenti”.

Impegni futuri?

“Mi devo riposare, non ho ancora messo la testa, su quello che farò, credo di riprendere le attività che a malincuore avevo lasciato, ad esempio nel volontariato. Poi vorrei viaggiare, ho indietro ancora 32 giorni di ferie che sicuramente non riuscirò a fare, perchè con una scuola di questo tipo non è semplice… prenderò del tempo per rigenerarmi, anche dalla burocrazia, aumentata in maniera esponenziale … devo smaltirla.

Vorrei ringraziare tutti quelli con cui ho lavorato in questi anni, tutti i miei docenti e non docenti, perchè una scuola funziona grazie alla segreteria, ad assistenti  tecnici attenti a tutte le esigenze. Ne cito qualcuno scusandomi con chi potrei dimenticare: i miei vice in sede Perna e Zucchetti; Defendi e Mele del professionale; e poi altre tre docenti dello staff,  D’Addezio, Trimarchi e Gavazzi. Un pensiero particolare al prof. Fanfoni, che dello staff è stato un elemento fondamentale. I professori Salti, Gaudenzi, Villa, Bassani, Moretti, Donati, Lazzari, anima del liceo sportivo. E poi chi mi ha preceduto: un pensiero ad Antonella Cinquetti che è stata l’anima del Torriani e i due vicari che mi hanno accolto, il professor Sandrini e la professoressa  Monini”.

Giuliana Biagi

 

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