Cultura

“L’Adda. Una visione identitaria”
Parte la mostra itinerante

Dalla sorgente in Val Alpisella alla foce a Bocca d’Adda: oltre trecento chilometri per un percorso, quello del fiume Adda, raccontato dagli scatti del fotografo Vincenzo Martegani.
Si inaugura venerdì 10 novembre alle ore 11.30 presso il Belvedere “Silvio Berlusconi” di Palazzo Lombardia la prima tappa della mostra itinerante L’Adda. Una visione identitaria: un’esposizione nata nell’ambito dell’ambizioso progetto Adda Food Art Valley promosso da CRAMS Lecco e supportato da Regione Lombardia tramite ERSAF.
Nato a Mariano Comense, classe 1946, Vincenzo Martegani vive a Morbegno e al centro di molti dei suoi servizi fotografici – realizzati a livello nazionale e internazionale – vi è la necessità di salvaguardare e valorizzare il territorio.
Grazie alle immagini dall’alto, realizzate con tre droni, che saranno esposte in Piazza Città di Lombardia fino al 15 novembre, la mostra permette di scoprire e riscoprire, di scatto in scatto, l’intero corso del fiume lombardo con le sue bellezze, nella convinzione che i fiumi possano essere generatori di unione e valore tra i diversi territori. Un’area in cui vivono circa 6,5 milioni di abitanti, mostrata nelle diverse stagioni che, con le loro cromie, ne sottolineano gli aspetti morfologici.
All’evento di inaugurazione interverranno – oltre al fotografo e rappresentati del progetto, dei territori e dei soggetti partner – assessori della Giunta di Regione Lombardia e il presidente di ERSAF, Fabio Losio.
Alla tappa di Palazzo Lombardia ne seguiranno altre dislocate tra i vari territori lombardi coinvolti; dal 17 al 26 novembre, infatti, l’esposizione sarà in Piazza Garibaldi a Sondrio, in occasione del Sondrio Festival – mostra internazionale dei documentari sui parchi.
«L’insegna con la scritta “Sorgenti dell’Adda” – racconta l’autore delle fotografie – ha attratto immediatamente la mia attenzione: abituato a osservare con rispetto lo scorrere del fiume Adda in Pian di Spagna, dove raggiunge il massimo della sua forza e delle sue dimensioni prima del suo sbocco nel Lario, ero curioso di scoprire come il “tanto grande” potesse diventare “tanto piccolo”. Ho preso così il sentiero che risale la Val Alpisella e, raggiunto a 2102 metri di quota il cartello che indica l’esatto punto dove si trova la sorgente, sono rimasto sorpreso e sconcertato dalle ridotte dimensioni del rigagnolo che origina, con il contributo idrico dei vari affluenti ricevuti lungo il suo percorso, il più importante fiume della Lombardia. Da qui – conclude – l’idea di illustrare in modo innovativo, grazie alle immagini riprese dal mio drone, tutto il percorso di questa via d’acqua, dalle sue origini in Alta Valtellina fino alla foce, passando per l’intero bacino del Lario e la pianura».
Un’iniziativa che, accanto al valore estetico delle fotografie esposte, rappresenta un’importante azione per il progetto ADDA Food Art Valley, che intende valorizzare il patrimonio agroalimentare, eno-gastronomico, ambientale, artistico, socioculturale, storico, economico e sportivo dei sette territori attraversati dal fiume Adda – Sondrio, Lecco, Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Lodi, Cremona. Il progetto, inoltre, si inserisce nel nuovo contesto di valorizzazione multidimensionale, condivisa e cooperativa, anche in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026.
«Adda Food Art Valley – spiega Cinzia Ghirardello, project manager – ha l’obiettivo di mettere a sistema le identità locali attraversate dal fiume Adda e di creare una proposta con i territori e per i territori di Sondrio, Lecco, Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Lodi, Cremona. L’idea è quella di connettere enti, istituzioni, consorzi turistici, associazioni e la molteplicità di soggetti pubblici e privati in un metadistretto identitario, per creare consapevolezza e appartenenza e svilupparne le potenzialità. Un percorso che vuole generare una solida connessione tra territori montani e di pianura, aree interne e metropolitane, per attivare una progettualità condivisa, generativa e creativa. Simbolo scelto, in questo senso, è La Mela Reintegrata del maestro Michelangelo Pistoletto, opera posta di fronte alla Stazione Centrale di Milano per rappresentare la ricucitura tra natura e artificio».

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...