Cronaca

Commemorato in tribunale
l'avvocato Giuseppe Sgargi

Si è svolta questa mattina in tribunale, in un’aula penale gremita di avvocati, la cerimonia di commemorazione dell’avvocato Giuseppe Sgargi, scomparso l’11 novembre scorso all’età di 70 anni. A rendere omaggio alla memoria del civilista cremonese, professionista molto noto e apprezzato, c’erano i giudici Francesco Beraglia, Francesco Sora e Francesco Panchieri, e tanti avvocati e amici, che davanti ai familiari, la moglie Alda e le figlie Monica e Marta, che hanno seguito le orme del padre, hanno ricordato la figura del collega. Molto commoventi gli interventi degli avvocati Gian Pietro Gennari, amico fraterno del professionista scomparso e del collega Massimo Tabaglio.

L’avvocato Gennari, ricordando l’opera professionale di Giuseppe Sgargi, ha parlato di “solida preparazione giuridica e capacità di analisi della questione da trattare”. “Una persona generosa, allegra, amante della vita”, ha detto a sua volta l’avvocato Tabaglio.

“Come molti avvocati della sua generazione, la mia generazione”, ha detto Gennari, “viene attratto dal diritto penale cui si applica con successo, ma poi vira decisamente verso il diritto civile, dove ha modo di mettere a frutto le sue migliori doti: una ferrea memoria e la capacità di analisi della situazione che gli si propone”. Doti che “affinerà nel praticare il gioco degli scacchi che, unitamente all’amore per la lettura, costituiranno i suoi passatempi preferiti. Rifugio, quella lettura, che condividevo con lui. Quando ci si incontrava, non mancava mai la domanda: ‘Cosa stai leggendo di bello?’”.

Entrambi, Gennari e Sgargi, erano stati vice pretori onorai: “un periodo altamente formativo per il nostro bagaglio professionale, ricco di appassionate discussioni sui problemi che affliggevano e, purtroppo, ancora affliggono l’esercizio della giurisdizione con l’inevitabile disillusione delle aspettative”.

L’avvocato Gennari ha poi ricordato il collega e amico da un punto di vista personale: “Ha ben seminato negli affetti familiari, una famiglia unita che gli è sempre stata accanto durante il lungo periodo della malattia, aiutandolo a combattere. Ha ben seminato nelle amicizie, nella professione, non solo per l’attestazione di stima che gli hanno tributato i clienti, ma perché ha saputo trasmettere alle figlie, Monica e Marta, la passione per la nostra professione ricca di triboli, di notti insonni e, spesso, avara di soddisfazioni. Ma l’abbiamo scelta, bisogna continuare…”.

“Carattere estroverso”, ha detto a sua volta l’avvocato Tabaglio: “nell’ambito familiare è stato fortunato, attorniato da una famiglia meravigliosa. I miei rapporti personali con Beppe sono stati meravigliosi. Abbiamo iniziato la strada insieme, abbiamo fatto il concorso da cancellieri all’inizio, quindi la pratica forense e poi siamo arrivati, finalmente, a fare quello che ci eravamo prefissi con determinazione: abbiamo raggiunto il traguardo. Ma non è tutto, perché al di là del rapporto professionale, ci sono stati momenti belli con Beppe. Momenti di viaggio, di vacanza, di pranzi in cui si scherzava. Emergeva la sua spiccata volontà di voler vivere la vita. Aveva una personalità bellissima. Un ciao al mio amico fraterno e sincero. Non ti dimenticherò mai, sarai ricordato per sempre, perché sono le persone come te ad avere dato un importante valore al passato trascorso insieme. Mi mancherai, ci mancherai, buon viaggio”,

Nel corso della commemorazione ha preso la parola anche il giudice Francesco Beraglia. “Il Tribunale si unisce al commosso ricordo degli avvocati Gennari e Tabaglio, esprime la sua sentita partecipazione al dolore della famiglia”. Il magistrato ha voluto evidenziare “la sensibilità del Foro di Cremona che continua a perpetrare la tradizione, importante e nobile, di commemorare i colleghi scomparsi, un momento di grande qualità e che rappresenta un sintomo di salute del Foro”.

Sara Pizzorni

 

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