Cronaca

Bentivogli: abbiamo bisogno
di ripensare il lavoro

Un momento della trasmissione Il Focus di CR1

Ripensare il lavoro, mettere a punto una nuova narrativa del lavoro a partire dalla condivisione. Perché il lavoro torni ad essere l’elemento centrale nella crescita delle persone. È questo il cuore della riflessione che Marco Bentivogli ha portato a Focus, l’approfondimento di Cremona 1 (andato in onda martedì sera alle 19,30). Riflessioni contenute in “Piano B – Uno spartito per rigenerare l’Italia”. E di “Piano B” Marco Bentivogli, attivista, esperto di innovazione e tematiche del lavoro, per anni segretario generale dei metalmeccanici della Cisl, attualmente coordinatore nazionale di Base Italia, è uno dei promotori.

Quindici personalità della società civile quindici protagonisti del nostro tempo, capaci di un pensiero libero e qualche volta laterale: insieme hanno deciso lavorare a quello che potremmo definire un “progetto collettivo” per provare a mettere a disposizione una riflessione in qualche modo alternativa al modello di sviluppo con il quale siamo abituati a confrontarci. “La nostra convinzione – scrivono nell’introduzione di PIANO B – è che più che di un nuovo partito, abbiamo bisogno di un nuovo sparito, cioè di un metodo che metta in connessione permanente il pensieri con l’azione virtuosa ed efficace che viene già sperimentata dalle tante persone che nei territori nelle organizzazioni, nelle istituzioni stanno lavorando per orientare l’intera comunità verso un futuro di prosperità, integrazione e pace”.

All’interno di Piano B, Marco Bentivogli si è occupato del lavoro. “Il lavoro è crocevia delle tre grandi trasformazioni in atto nella nostra società e nel nostro sistema produttivo: quella digitale, quella climatico-ambientale e quella demografica. I mutamenti che ne derivano hanno un impatto dirompente sul lavoro e allo stesso tempo ne sfidano il senso”, spiega Bentivogli.

Per provare a guardare al futuro Bentivogli propone una sorta di sfida, la sfida del foglio bianco. “È centrale pianificare il futuro scrivendo su un foglio bianco, vale a dire individuando e sperimentando soluzioni inedite. E su questo fronte non dobbiamo avere paura del nuovo che avanza: digitalizzazione, intelligenza artificiale sono un propellente di crescita straordinaria perchè ci possono liberare dalla parte ripetitiva del lavoro, lasciandoci liberi di inventare il nuovo”.

L’altro grande tema con il quale Marco Bentivogli sceglie di confrontarsi è quello della partecipazione. “Serve una intelligenza collettiva per affrontare le grandi sfide, serve agire insieme per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci siamo dati e che dobbiamo cogliere anche sul fronte del lavoro. E da questo punto di vista qualche aiuto potrebbe arrivare anche dal legislatore”.

“Il mercato del lavoro italiano è il più diseguale d’Europa, intrappolato come sostiene l’Ocse in competenze medio basse, bassissime quelle digitali, basso numero di laureati, alta disoccupazione, crescente numero di posti lavoro vacanti. Un mercato del lavoro molto polarizzato tra lavoro scelto e lavoro povero. È chiaro l’obiettivo al quale dobbiamo tendere: un lavoro dignitoso. In sintesi estrema potremmo dire lavorare meno, meglio, tutti”, spiega Bentivogli.

Infine, dice Marco Bentivogli, serve un nuovo alfabeto del lavoro. “Dobbiamo continuare a pretendere il lavoro a generarlo, a stimarlo, ad amarlo”. Il lavoro ha bisogno di nuove parole per tornare ad essere – parafrasando Luigino Bruni – “nuovo capitale narrativo”.

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