Botte e insulti alla madre anziana
I vicini: "Era piena di ematomi"
“Era piena di ematomi“: così i testimoni, oggi, nel processo che vede imputato un 47enne accusato di lesioni e maltrattamenti nei confronti della madre, una donna di 76 anni con problemi fisici, tanto che deambulava con l’aiuto di un bastone, e affetta da decadimento cognitivo. Nel processo, l’uomo è assistito dall’avvocato Gianluca Pasquali, mentre la madre è parte civile attraverso il legale Cristina Pugnoli.
“Mio figlio prima o poi mi ammazza. Ho paura, è pazzo”. Così aveva scritto la donna su un bigliettino che aveva infilato sotto la porta di una vicina. Nel caseggiato si sentivano le urla dell’uomo e le ingiurie verso la madre: “Sei una bastarda”, le avrebbe detto, “Non ti sopporto più”, “Devi morire”.
Per l’accusa, il figlio l’avrebbe percossa in più occasioni, con pugni in testa e strattonamenti, provocandole occhi neri e lividi dappertutto. L’anziana aveva anche due dita fratturate. Gli episodi di maltrattamento sarebbero stati commessi dal giugno al settembre del 2022.
In aula sono state sentite la nipote dell’anziana, il nipote della vicina, la volontaria dell’assistenza e il medico di base.
“La zia cercava di minimizzare“, ha riferito la nipote. “Sosteneva di essere caduta e di aver sbattuto. Anche davanti al medico di base non diceva nulla, non aveva il coraggio. Solo una volta mi ha detto che lui le aveva dato un pugno in testa”.
“Spesso aveva lividi sulle braccia e sulle mani”, ha riferito l’operatrice assistenziale che accompagnava la donna al pulmino per recarsi al centro diurno. “Una volta è successo che mentre suonavo il campanello ho sentito il figlio che urlava con la madre: quando sono entrata lui mi ha accolto con un gran sorriso, era carino e gentile, ma la signora era spaventata. Lei poi mi ha confidato che quando il figlio si arrabbiava diventava un orco“.
Dal medico di base, la donna era quasi sempre accompagnata dall’imputato. “La paziente ha cominciato ad avere un po’ di decadimento cognitivo”, ha spiegato il medico. “Si scordava le cose. Fisicamente, deambulava male. Il figlio era molto protettivo con lei”. Una volta, invece, l’anziana era stata accompagnata dalla nipote. “La signora”, ha ricordato la dottoressa, “aveva una ecchimosi sotto l’occhio destro e una in fronte”. Nei referti del pronto soccorso c’era scritto “causa accidentale”. Davanti al medico, però, la 76enne aveva detto di essere caduta.
A testimoniare in aula è stata chiamata anche Sonia Bernardi, vice commissario della polizia locale. Ad informarla di quello che stava succedendo tra madre e figlio era stata l’assistente sociale, a sua volta avvisata che la situazione in quella casa stava degenerando. Alla fine l’anziana aveva ammesso di essere stata percossa.
Attualmente la donna vive in una Rsa. Il figlio la va a trovare regolarmente. Si torna in aula il 22 gennaio, quando l’imputato si difenderà.
Sara Pizzorni