Cronaca

Fir, luce in fondo al tunnel?
36 avrebbero accettato incentivi

Un nuovo incontro verso una maggiore chiarezza: nella mattinata di lunedì i lavoratori della Fir di Casalmaggiore hanno incontrato, con le RSU e i sindacati, i vertici aziendali, dopo di che nel pomeriggio proprio RSU e sindacati hanno aggiornato gli altri dipendenti.

Le notizie sono teoricamente buone, con 36 lavoratori che avrebbero accettato gli incentivi all’esodo, tra pre-pensionamento e Naspi, e dunque evitando del tutto licenziamenti forzosi, anche se i sindacati preferiscono andare coi piedi di piombo per vederci chiaro.

Marco Cagnati di Fiom Cgil interviene per primo: “Abbiamo esposto ai lavoratori quanto ci siamo detti durante l’incontro con l’azienda: se i numeri dovessero rimanere quelli anticipati, ossia se 36 dipendenti hanno effettivamente scelto volontariamente di uscire, allora ci riterremo soddisfatti del risultato della discussione e qui ci fermeremo. Qualora ci dovessero però essere altri problemi, dovremo ritrovarci al tavolo e gestire soprattutto i lavoratori che non dovessero avere scelto l’uscita volontaria. Vogliamo prima di tutto verificare”.

Luca Bonali di Fim Cisl spiega: “L’azienda non vuole arretrare sul discorso trasferimenti, ma ha accelerato sul tema degli incentivi all’esodo e sulla ricerca di volontari che accettino determinate condizioni. Pare che il numero di volontari permetta oggi di evitare licenziamenti forzosi per le unità lavorative, ma nei prossimi giorni accerteremo che queste persone abbiano la reale volontà di uscire, dando l’ok agli incentivi offerti dall’azienda”.

“Per chi rimane – aggiunge Bonali – abbiamo chiesto garanzie sulle lavorazioni che rimarranno qui e aggiornamenti dei locali produttivi di via Roma se qui si resterà a lavorare: insomma chiediamo migliorie all’ambiente lavorativo. Per ora l’accordo è che, per chi rimarrà, le linee industriale e militare continueranno a produrre a Casalmaggiore, mentre l’azienda non si è sbilanciata sul possibile trasferimento dell’intero pacchetto da via Roma a via Vanoni. Anche una realtà eventualmente rimpicciolita su via Roma avrà bisogno di investimenti e su questo chiediamo garanzie”.

Prossimo incontro il 20 novembre ma sembra vedersi la luce in fondo al tunnel.

Giovanni Gardani 

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