Cronaca

Il sindaco Virgilio: "Siate
orgogliosi della nostra città"

L'intervista del direttore Simone Arrighi al sindaco Andrea Virgilio

Nel giorno di Capodanno il sindaco di Cremona, Andrea Virgilio, ai microfoni di CR1, intervistato dal direttore Simone Arrighi, augura ai suoi concittadini di essere “orgogliosi del patrimonio materiale e immateriale della città”, guardando a progetti avviati e partendo dalle recenti sfide che hanno visto protagonista il comune capoluogo.

Sindaco, si è chiuso un 2024 per lei di profondi cambianti: da vicesindaco a primo cittadino, una rivoluzione?

“Credo sia cambiato tutto, è stato un anno importante per me ma credo anche per la città perché le elezioni amministrative sono comunque un momento di riflessione, di partecipazione da parte dei cittadini. Per quanto mi riguarda è cambiato tutto, c’è una differenza sostanziale fra essere assessore e fare invece il sindaco. La differenza è sul piano relazionale con la città, sul piano delle responsabilità e soprattutto sul fatto che una campagna elettorale non può essere concepita come una sorta di parentesi, qualcosa che si apre e si chiude di particolarmente emotivo, ma occorre mantenere poi gli impegni che ci siamo assunti con i cremonesi”.

Se l’è giocata spesso in termini sportivi durante la campagna elettorale: come sono stati questi primi sei mesi di maratona?

“Sono stati un po’ come mi aspettavo, l’amministrazione è scandita da tanti impegni che riguardano tanti progetti di lavoro su scala diversa. I cittadini ti contattano per i problemi che riguardano le loro traiettorie di vita, occorre essere pronti a tutto. Ma la città deve essere guardata anche un po’ più dall’alto rispetto alle scelte strategiche e questi sei mesi sono stati finalizzati per mettere in fila le priorità che ci siamo dati. Siamo partiti con l’esigenza innanzitutto di andare a compattare una squadra di giunta che è nuova per due terzi. Come ogni gruppo appena formato, occorre lavorare sulla consapevolezza dei nuovi rispetto al ruolo e i compiti, quindi agli impegni che ci siamo assunti. Partendo da quell’esigenza che abbiamo avvertito durante la campagna elettorale, la vicinanza ai cittadini. Un comune vicino e prossimo ai cittadini per quanto riguarda le tante questioni e le criticità che la quotidianità può fare incontrare. I temi della manutenzione, del presidio del territorio dal punto di vista sociale, la questione della sicurezza per esempio, ma nello stesso tempo non possiamo perdere di vista quelli che sono gli elementi strategici di una città. Questa è una città che ha sfide ambiziose, dalla rigenerazione urbana alla messa a terra dei cantieri del PNRR. C’è il tema importantissimo della città universitaria, un centro aperto alle nuove generazioni”.

Nel 2025, come sottolineava lei, c’è il grande tema di Cremona città universitaria: che cosa può fare un’amministrazione comunale, che cosa può fare un territorio per rendere il suo capoluogo attrattivo anche per i giovani?

“Abbiamo questa grandissima opportunità perché grazie a Fondazione Arvedi Buschini noi portiamo l’università, diciamo così, dall’esterno, dalla cintura al cuore del nostro centro storico e questo è un processo importante, dal punto di vista materiale perché è di rigenerazione urbana, su Santa Monica prima e l’ex caserma Manfredini poi. Ed è importante dal punto di vista sociale, perché offre vitalità a un comparto che si era un po’ spento nel corso degli anni. Ma è anche un processo immateriale di progettualità, questo significa che le università devono connettersi fra di loro per generare anche nuove opportunità formative. Per quanto riguarda l’amministrazione io credo che il nostro ruolo debba essere quello di alimentare questa connessione anche attraverso dei protocolli importanti. Noi ogni anno mettiamo quasi mezzo milione di euro sull’università, sulla parte corrente, proprio per valorizzare questo sistema. Ma penso sia altrettanto importante connettere l’università con le eccellenze del nostro territorio, quindi la filiera agroalimentare. Più in generale, la città deve essere aperta ai giovani, a prescindere dalla sfera universitaria. Dobbiamo guardare la città attraverso lenti diverse, essere un po’ meno autoreferenziali e guardare le priorità, i servizi”.

Tutto questo però con un salvadanaio meno pesante rispetto agli anni precedenti.

“Dal governo non arrivano buoni segnali. Io ho sempre cercato di evitare la polemica politica perché poi si rischia sempre di strumentalizzare. Il dato oggettivo è che i periodi che arriveranno saranno con meno risorse per gli enti locali soprattutto sulla parte corrente. Questo è un tema che giustamente come sindaci, come amministratori locali stiamo sollevando. Penso che questo non possa essere però il pretesto per fare meno. Deve essere un elemento di stimolo, soprattutto per i progetti che abbiamo in mente. Dobbiamo investire su un sistema di welfare capace di favorire l’insediamento di nuove famiglie. Uno dei progetti principali, Giovani in Centro, rappresenta proprio la possibilità di mettere a disposizione una trentina di alloggi per i giovani. Ma poi non basta, serve un’informa-giovani capace di raccogliere le esigenze dell’orientamento del mondo studentesco e del mondo del lavoro. Serve un sistema di welfare per le scuole dell’infanzia e quindi il nuovo polo va in questa direzione”.

A proposito di cantieri: tanti sono stati aperti nei mesi scorsi, quali si completeranno nel 2025?

“Il 2025 sarà l’anno dell’inaugurazione di alcuni cantieri in atto, l’area Frazzi con le due fornaci, con l’opportunità anche di un rilancio di quell’area, ma sarà anche l’anno del polo per l’infanzia nel quartiere Po, della scuola del quartiere Boschetto, del centro civico che è già stato teatro di un’assemblea pubblica. Ci saranno le inaugurazioni di alcune strutture sportive, penso finalmente alla palestra nella frazione di San Felice, altre le abbiamo recentemente aperte”.

Andrea Virgilio a CR1

 

I temi della sicurezza e del decoro urbano s’intrecciano spesso: nel 2025 rientreranno alcuni vigili a Cremona, c’è la volontà di mantenere il presidio in centro città?

“C’è questa volontà. Il tema del presidio significa tante cose, significa investire sulle telecamere per esempio, sulle nuove e sulle esistenti perché c’è un’esigenza sacrosanta di manutenzione. C’è poi il tema di avere più agenti in prossimità di alcuni luoghi sensibili. La collaborazione con la prefettura è fondamentale, in questi mesi ha visto anche dei risultati importanti proprio dal punto di vista del presidio del territorio. Cremona è una città sicura però nel momento in cui i cittadini avvertono un’esigenza e una percezione di insicurezza, penso che le istituzioni debbano essere presenti per dare delle risposte”.

Esiste ancora un tema di centralità territoriale per Cremona? Cosa può fare la città per essere realmente capoluogo?

“Cremona per essere capoluogo deve essere aperta al territorio, deve essere l’istituzione capace di facilitare le partite strategiche di questa provincia. Il nostro territorio è sempre stato caratterizzato da alcuni piani strategici, da 30 anni a questa parte. Quello attuale è il Masterplan 3C che è un piano estremamente importante e che ci racconta tante cose. Ci racconta il problema dell’isolamento dal punto di vista delle infrastrutture e penso che Cremona come comune capoluogo debba giocare per portare a casa obiettivi sacrosanti per il nostro sistema produttivo. Anche per quanto riguarda la possibilità di rigenerare l’attrattività di alcuni servizi pubblici, perché siamo in sofferenza sul personale del tribunale, sul personale del carcere, sul personale delle amministrazioni. Il comune capoluogo può giocare questa partita fondamentale”.

Sindaco, cosa augura ai cremonesi per il 2025?

“Auguro a tutti i cremonesi di essere orgogliosi della nostra identità e di un patrimonio materiale e immateriale che caratterizza il nostro territorio e la nostra città”.

 

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