Cronaca

Il Vecchio Passeggio torna
alle origini: giù il muro di cinta

FOTOGALLERY FRANCESCO SESSA

Dare segnali concreti che la città sta cambiando davvero, anche dal punto di vista dell’immagine, tanto per iniziare. Non necessariamene mega interventi – per cui al momento non ci sarebbero neanche le risorse – ma idee concretizzabili nel medio – breve periodo. II nuovo anno della Giunta di Andrea Virgilio, che lo scorso giugno si era presentata all’insegna del cambiamento rispetto al decennio precedente, è iniziato con l’annuncio di alcuni interventi sul patrimonio comunale che vanno in questa direzione, come l’abbattimento del muro dell’area Frazzi lungo viale Po e ora l’analoga operazione prospettata dall’assessore Paolo Carletti per il parco del Vecchio Passeggio.

  1. Il più grande dentro la cerchia urbana, e messo ancor peggio dei tanto bistrattati giardini di piazza Roma, con voragini nei sentieri in calcestre, piante rinsecchite, aiuole inesistenti e giochi per bambini che sono ormai un lontano ricordo. E con quella sopraelevazone del muro di cinta originario che lo chiude al resto della città e non risponde nemmeno a un requisito storico, visto che venne aggiunto a metà del secolo scorso mentre il parco risale all’Ottocento ed è il risultato di una serie di interventi urbanistici successivi all’abbattimento delle mura che circondavano Cremona.

Ci sono ragioni estetiche, di sicurezza e la volontà di restituire alla nostra comunità un pezzo importante di Cremona”, spiega Carletti. Quel muro chiude il giardino e non consente che questo sia un luogo vissuto dalle famiglie. Non ha alcuna valenza storica, il muro originale era alto più o meno un metro e sopra di esso c’era una splendida inferriata in ferro battuto. Se ne può avere un’idea guardando il cancello principale d’ingresso verso viale Trento e Trieste, decorato anche con uno splendido stemma di Cremona nello stile di quello disegnato dal Voghera”.

E poi ci sono ragioni di sicurezza: “Un parco aperto diventa un luogo più frequentato, nei nostri intendimenti il parco deve diventare un luogo di ritrovo: tra l’altro fa parte integrante del progetto Giovani in Centro, nel quale è inserita un’operazione urbanistica che creerà un ‘canale’ di collegamento tra piazza Lodi e viale Trento e Trieste. Questo comparto è fondamentale, il giardino verrà rivisto completamente, ci sarà anche lo spazio per un locale ‘da gelati’ per i bambini. Se rimanesse questo muro questa opzione sarebbe preclusa. Oltretutto – e qui veniamo alle ragioni di sicurezza –  chiunque voglia fare qualcosa di ‘fuori posto’ preferisce farlo dove è più difficile essere visto”.

“I cremonesi purtroppo si sono ormai abituati a questo muro – aggiunge Carletti – ma non vi sono ragioni storiche per mantenerlo. Urbanisticamente parlando, l’abbattimento darà un’ampiezza di vedute completamente differente, sarà un ritorno alle origini, così come abbiamo pensato di fare per la recinzione di viale Po (Parco Tognazzi – Arena Giardino)”.

Al momento il progetto è ancora in fase embrionale, ma l’intenzione è quella di far diventare questo parco quello che fino ad ora sono stati i Giardini Pubblici di Piazza Roma: è qui infatti che potrebbero essere dislocati i “food truck” e le altre installazioni temporanee che l’amministrazione comunale vuole togliere dal centro cittadino prima di procedere ad una completa riqualificazione di piazza Roma.
Giuliana Biagi

 

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