Risarcimento Tamoil, la proposta
operativa di Forza Italia

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E’ il primo approfondimento che viene reso pubblico da una forza politica su come utilizzare i 2,4 milioni di risarcimento Tamoil. Forza Italia, a seguito della tabella di marcia fissata qualche giorno fa in Ufficio di presidenza, ha predisposto un masterplan, ossia un piano operativo per mettere in fila i passaggi necessari per predisporre progetti esecutivi finalizzati a migliorare l’ambiente cittadino. Perchè dato per assodato che a quello sono finalizzati i fondi incamerati dal Comune grazie all’azione civile inizialmente avviata da Gino Ruggeri, serve passare dalle dichiarazioni d’intenti a qualche passo concreto e anche in tempi rapidi.
Dunque sabato mattina presso lo studio Fasarchitetti di Federico Fasani (a lungo in consiglio comunale tra le fila di Forza Italia ma dallo scorso anno uscito dalla politica attiva), l’attuale consigliere azzurro Andrea Carassai e il segretario cittadino Luca Ghidini hanno illustrato la loro proposta operativa, che è poi stata protocollata in Comune in vista delle “audizioni” previste in Ufficio di Presidenza (la prima giovedì prossimo).
“Si tratta – hanno spiegato – di un documento strategico volto a contrastare l’inquinamento atmosferico e la perdita di biodiversità, due elementi essenziali che da anni penalizzano il territorio cremonese e ne condizionano negativamente la qualità della vita.
I dati dell’ATS Val Padana parlano chiaro: nel 2019 il 13,2% dei decessi per cause naturali a Cremona è attribuibile alla presenza di polveri sottili (PM2.5), che si mantengono da oltre un decennio al di sopra dei limiti previsti dalla normativa italiana ed europea.
“Il progetto prevede l’utilizzo del risarcimento ottenuto dal Comune di Cremona (€ 2,4 milioni) per finanziare interventi mirati sulla qualità dell’aria e la biodiversità, a partire dalla redazione di un Masterplan ambientale. Questo documento raccoglierà e sistematizzerà i dati già disponibili sul territorio, definendo priorità di intervento e aree critiche tramite mappe tematiche e modelli scientifici”
Tre le fasi previste. Una prima di carattere conoscitivo, che prevede la “raccolta, disamina e messa a sistema della documentazione bibliografica riferita ai dati ambientali e sanitari disponibile e rilasciata dagli Enti deputati alla gestione e conservazione del territorio”, quindi ad esempio per quanto riguarda la qualità dell’aria, “raccolta dei dati riferiti alle patologie riconducibili a fattori ambientali; la raccolta, l’analisi e la conseguente modellazione dei dati bio-climatici e dei venti sarà finalizzata alla costruzione di serie storiche utili ad una caratterizzazione di sistema del territorio oggetto di indagine, e, se possibile, alla costruzione di un modello matematico interpretativo che consenta una suddivisione in macro-zone delle aree in esame”
Il risultato atteso è la “creazione di mappe di calore, dalle quali sia possibile evincere quali siano le zone maggiormente
penalizzate in termini di qualità dell’aria”.
Per la tutela della biodiversità, “si procederà alla raccolta e messa a sistema dei diversi interventi realizzati, prevedendo anche delle
uscite di campo volte a valutarne la valenza ambientale-naturalistica degli stessi, e gli effetti benefici sulla salute delle persone in relazione al miglioramento della qualità dell’aria. Saranno messi a sistema anche gli interventi previsti a livello programmatorio, quindi già autorizzati e, nel caso, già oggetto di finanziamento”.
Una seconda fase, interpretativa prevede la creazione di “modelli interpretativi generali utili alla gestione delle criticità rilevate durante la prima fase, con particolare attenzione alle ricadute sulla salute pubblica.
In questa fase non sarà ancora attribuito un criterio localizzativo dei possibili interventi, ma verrà fornito un quadro interventistico”, ad esempio riforestazioni, creazione di forme lineari di vegetazione, boschi, aree umide, zone planiziali.
La terza fase riguarderà la condivisione del progetto, la realizzazione dei progetti esecutivi, la ricerca di finanziamenti pubblici e privati, il coinvolgimento di stakeholder e amministrazioni locali.
Il cronoprogramma prevede la redazione del Masterplan in sei mesi, seguita dall’elaborazione dei progetti esecutivi a partire dal 2026. I progetti saranno poi candidati a bandi nazionali ed europei che, mediante la compartecipazione del Comune, potranno generare un effetto leva in grado di moltiplicare le risorse a disposizione dell’amministrazione, ipotizzando un ammontare fino a 10 milioni di euro.
“Forza Italia crede che il risarcimento Tamoil non debba rappresentare una chiusura, ma l’inizio di un percorso di rigenerazione territoriale all’interno di un arco temporale di durata pluriennale – dichiarano Ghidini e Carassai -. Il nostro obiettivo è costruire una strategia condivisa, partecipata ed economicamente sostenibile, in grado di lasciare un’eredità concreta alle future generazioni.
“Il piano – aggiungono – potrà prevedere anche il coinvolgimento delle Amministrazioni dei comuni limitrofi, che scontano una situazione ambientale e sanitaria del tutto analoga a quella del capoluogo, oltre che altri stakeholder: istituzioni, imprese, enti del terzo settore, fondazioni”
“Per dare attuazione al masterplan in una prima fase istruttoria, l’Amministrazione Comunale potrà affidare l’incarico a studi tecnici esperti in analisi e progettazione ambientale mediante procedure trasparenti, come ad esempio una gara a evidenza pubblica e/o manifestazioni di interesse. Per la realizzazione dei progetti esecutivi, invece, potrà avvalersi di figure sia interne che esterne all’Amministrazione: agronomi, ingegneri, architetti con competenze paesaggistiche e ambientali, sempre attraverso l’utilizzo di procedure trasparenti”.
gbiagi