Cronaca

Skatepark, Arzen: promesse disattese
Zanacchi: non capito iter progettuale

Foto FRANCESCO SESSA

L’associazione sportiva Arzen, che fino allo scorso anno aveva in comodato d’uso lo skatepark nella zona degli impianti sportivi al Po, entra nel merito della fine dei rapporti con il Comune, con conseguente chiusura dell’impianto. Notizia che arriva proprio mentre sono in corso i tanto attesi lavori di riqualificazione dell’area, con la costruzione di strutture fisse al posto di quelle in legno.

“Integriamo le dicharazioni dell’assessore (Luca Zanacchi, ndr) con uno storico di 3 anni, fatto di richieste inascoltate, promesse da parte dell’assessorato allo sport mai mantenute, segnalazioni di problemi ignorate e un contratto di gestione già finalizzato a farne decadere i termini in 3 anni”, precisano dal direttivo della ex Asd. “Ad oggi siamo ancora in attesa di ricevere l’atto di chiusura della concessione, richiesto a seguito della conversazione telefonica con la referente dell’ufficio sport del Comune”.

“L’associazione si è sciolta per mancanza di fondi, segnalata per ben 2 anni all’ufficio sport, a causa del fatto che non era assolutamente possibile svolgere attività di corsi in sicurezza: la pavimentazione di cemento era piena di crepe (problema segnalato e mai ascoltato), le strutture in legno, che grazie all’aiuto degli associati abbiamo potuto costruire e mantenere, non erano idonee per i bambini e sono state vandalizzate più volte”, fatti sempre segnalati all’assessorato ma su cui non ci sono state risposte, assicurano dalla disciolta associazione.

Durante un’edizione del luna park, ad esempio, il campo riservato ad Arzen era stato utilizzato come deposito durante lo smontaggio di una giostra, il titolare dell’attrazione non aveva voluto sentire ragioni dopo le rimostranze dell’associazione dicendo che quello era il luogo che utilizzava da sempre, ed era così dovuta intervenire la Polizia Locale.

“Dopo 3 anni di spese di tasca nostra per affiliazione a federazione ed EPS – aggiungono dalla asd  – formazione di istruttore e manutenzione delle strutture, con la promessa che sarebbe stato ‘l’anno in cui avrebbero costruito lo skatepark’ non abbiamo più potuto sostenere economicamente l’associazione”.

Come spiegano da Arzen (dialetto cremonese per “argine”, vista la collocazione dell’impianto), il contratto è decaduto nel momento in cui non sono stati rispettati i termini temporali, tre anni, entro cui il gestore avrebbe dovuto realizzare gli interventi di edilizia per avere un impianto regolamentare. “Ma nel corso degli anni – affermano dall’ex direttivo – ci siamo più volte interfacciati con il Comune per spiegare che non eravamo in grado di soddisfare quelle richieste”. L’ostacolo principale è avvenuto  quando il Comune ha richiesto, oltre al progetto di massima presentato dall’associazione, anche il progetto esecutivo, passaggio più impegnativo che l’associazione dilettantistica non era in grado di presentare.

Ora l’associazione è pronta a ripartire: “Il nostro interesse – concludono dall’associazione – è quello di dare risposte a chi ci ha sostenuto in questi anni e ha tanto attesto questa riqualifica, promessa e rimandata circa ogni 6 mesi dal 2021 ad oggi.”

“Sono molto dispiaciuto per le dichiarazioni dei ragazzi di Arzen”, replica a sua volta l’assessore allo sport Luca Zanacchi. “L’ufficio sport ha fatto loro una ‘balia’, che in tante altre situazioni non viene fatta, ma credo che non abbiano compreso il senso di tutto il progetto e dell’iter burocratico amministrativo che ci stava dietro”. “Tutta la dinamica legata alla cantierizzazione è stata agganciata a tempistiche e dinamiche dettate da enti superiori, dai Ministeri. Posso comprendere la frustrazione, ma quel cantiere prima era stato inserito in un bando Pinqua finanziato attraverso uno specifico capitolo ministeriale, poi è stato inglobato nel Pnrr, il che ha comportato che tutto si fermasse per venire rifinanziato con altri fondi. La tempistica non è dipesa dal Comune. Quanto al fatto che l’associazione abbia pagato di tasca propria l’affiliazione alla federazione e la formazione dell’istruttore, questo è un obbigo che sta nell’abc di qualunque associaziione sportiva”.

Rguardo alla tipologia dell’impianto, conclude Zanacchi,  “il progetto è stato strutturato dal Comune. Solo per venire incontro ai desiderata dell’associazione li abbiamo coinvolti, ma come in ogni appalto pubblico, l’assegnazione dei lavori deve avvenire attraverso una gara e così abbiamo fatto. Confermo comunque che verrà fatto un nuovo bando per la concessione dell’area in comodato, a cui mi auguro parteciperanno associazioni in grado di comprendere il progetto”.

 

 

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