Giornata contro bullismo, Piperno:
"Bisogna fare rete sul territorio"

Nell’ambito della Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo, i riflettori sono puntati sulla scuola, che è un importante contesto di monitoraggio del fenomeno. “Gli episodi di bullismo ci sono” sottolinea Simona Piperno, dirigente scolastica dell’Iis Torriani di Cremona. “Probabilmente ci sono sempre stati, ma oggi è aumentata l’attenzione nei confronti di questo fenomeno. Ma ciò che fa davvero la differenza rispetto ad un tempo, è il canale che il bullismo utilizza: se una volta la violenza passava attraverso una manifestazione molto fisica, oggi si è trasferita in un contesto differente, che è quello digitale, dei social e della comunicazione”.

Si parla, infatti, di cyberbullismo, che porta in rete e amplifica ogni manifestazione di violenza e sopruso. “La rete porta il fenomeno ad essere a più ampio raggio, raggiungendo in tempi rapidissimi qualsiasi destinazione” continua la preside. “Credo che da parte dei ragazzi non vi sia ancora una piena consapevolezza di quali sono i rischi determinati dall’utilizzo inconsapevole della dello smartphone. Loro vivono con il telefono, lo considerano quasi un prolungamento della mano, un oggetto della vita quotidiana. Un oggetto che sicuramente può avere tante potenzialità, ma che purtroppo si può anche trasformare nella più potente arma di bullismo, di diffamazione, di violenza psicologica nei confronti dei ragazzi stessi. Quindi, verso il cyberbullismo in particolare bisognerebbe ancora mettere in atto azioni di sensibilizzazione, anche perché la nostra generazione non ha vissuto questo fenomeno, e siamo i primi a doverne capire i risvolti”.
La diffusione in rete è quindi un fenomeno insidioso e difficile da controllare: “Non sempre noi abbiamo la percezione di quello che realmente circola sui social” spiega Piperno. “Per questo è molto importante effettuare un costante monitoraggio, non solo a scuola, ma anche in famiglia, o da parte degli stessi studenti. Perché tante volte loro non si rendono conto di quanto gravi, di quanto pericoloso possa essere questo canale”.
Ma in che modo si può intervenire per arginare il fenomeno? Secondo la dirigente del Torriani, “prima di tutto bisogna verificare qual è la responsabilità in capo ai ragazzi e quale invece in capo ai docenti. I ragazzi hanno sicuramente una responsabilità legata ad una monitoraggio fra pari. Si devono tutelare e supportare reciprocamente. E per questo invitiamo sempre gli studenti a raccontarci se sono vittime di bullismo o testimoni di questi fatti. Dal canto suo, la scuola mette in campo una serie di azioni a supporto degli studenti. Ad esempio al Torriani abbiamo uno sportello, in capo a due docenti, che monitorano costantemente le azioni di bullismo, cercando di mantenere i rapporti con tutte le figure coinvolte”.
Ma è anche importante fare rete con il resto del territorio: “Su sollecitazioni ministeriale, negli ultimi anni si stanno mettendo in campo tavoli permanenti di monitoraggio, uno strumento importante, che prevede il coinvolgimento anche degli studenti e delle famiglie, in modo tale che ci possa essere un’azione di vigilanza. Molti istituti hanno aderito ad un protocollo con la con la prefettura, dal titolo Scuola spazio di legalità, che mette in campo un monitoraggio costante, che secondo me può fare davvero la differenza”.
Ma fondamentale è anche l’azione preventiva. “La prevenzione ha un ruolo importante nel momento in cui si può sensibilizzare, soprattutto, lo studente che è un po’ più portato a manifestare atteggiamenti di bullismo” conclude Piperno. “Lo si aiuta a immedesimarsi nel ruolo della vittima, a capire il suo punto di vista. Tante volte i ragazzi non hanno ben chiara quanto un atteggiamento vessatorio possa provocare un forte scatto emotivo. Quindi sensibilizzare vuol dire anche aiutarli a capire che ciò che a volte viene considerato uno scherzo, una bravata, una cosa da poco conto, può essere invece qualcosa di molto pesante a seconda della sensibilità di chi la riceve. Senza contare che il bullismo può avere anche delle ricadute a volte molto più gravi, anche in termini di e di responsabilità penali, e cerchiamo di evitare sempre che si possa arrivare a questi estremi”.
Laura Bosio