Cronaca

Via il monopattino dopo lite. Pm:
"Condanna". Vittima "reticente"

Per farlo testimoniare, il giudice ha dovuto mandare i carabinieri a prenderlo, nonostante fosse la presunta vittima di una rapina avvenuta la sera del 18 dicembre del 2022 in piazza Garibaldi a Crema. Ma una vittima “reticente”, secondo accusa e difesa. Il ragazzo aveva sporto denuncia contro un coetaneo ivoriano che l’aveva preso a botte per poi portargli via il monopattino. Per l’ivoriano, che è finito a processo per rapina, il pm onorario ha chiesto una pena di tre anni e cinque mesi. Ci ha provato, durante la sua testimonianza, il giovane egiziano, a rimettere la querela, ma il giudice gli ha spiegato che non è più possibile.

“Reticente” perchè la vittima, diversamente da quanto aveva raccontato in sede di denuncia ai carabinieri, ha sminuito i fatti, e in aula non ha praticamente riconosciuto il suo aggressore. “Lo vedevo in giro”, ha detto l’egiziano con un filo di voce, “è successo tutto troppo in fretta, non ricordo”. Quando però si era presentato dai carabinieri accompagnato dalla madre per la denuncia, aveva spiegato di essere passato davanti con il suo monopattino ad un gruppo di ragazzi fermi fuori da un distributore, quando uno di loro, conosciuto con il nome di Michelangelo, gli aveva chiesto di fermarsi.

“Passo dopo”, aveva riposto l’egiziano, che però era stato seguito, afferrato da dietro e sbattuto contro il muro. Il ragazzo aveva raccontato di aver ricevuto pugni al volto e che il suo aggressore aveva cercato di prendergli il telefono e le scarpe, e poi gli aveva portato via il monopattino. Subito dopo la vittima aveva chiamato le forze dell’ordine che avevano fatto partire le ricerche. A scovare l’aggressore era stato lo stesso egiziano, che lo aveva visto mangiare all’interno di un locale.

Il ventenne picchiato era poi andato in ospedale per essere medicato. Proprio lì le forze dell’ordine gli avevano riportato il suo monopattino. “Un monopattino messo male, del valore di 150 euro”, ha tenuto a precisare il giovane, che ha oggi ha sminuito anche le ferite riportate, dicendo di aver avuto solo qualche graffio al volto.

In aula, a differenza della vittima, a spiegare come erano andate le cose ci ha pensato l’imputato: “Ci conosciamo”, ha svelato il ragazzo. “Quando eravamo piccoli eravamo amici. Quella sera ci siamo incontrati casualmente, abbiamo discusso e ci siamo picchiati. Lui aveva detto cose non vere su di me e sulla mia ragazza. Il suo monopattino l’ho preso per fargli un dispetto, ma l’ho abbandonato poco lontano”. Era stato lo stesso imputato a indicare alle forze dell’ordine dove ritrovarlo. “Non mi sarei mai aspettato che mi denunciasse“.

“Spropositata” è stata definita dall’avvocato difensore la richiesta di pena del pm. “Si è trattato”, ha detto il legale nella sua arringa, “solo di un contrasto tra due ragazzi. Un fatto inesistente“. Il giudice deciderà il prossimo 26 marzo.

Sara Pizzorni

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