Spettacolo

Il comico Paolo Cevoli fa il pieno
di applausi al teatro Ponchielli

Il viaggio e i viaggi, la contemporaneità, le esperienze personali, ma anche Biancaneve e i sette nani, gli Oro Saiwa inzuppati nel caffè latte la mattina e i grandi classici greci; il tutto, condito con una buona dose di divertimento.

E’ stato un mix esplosivo quello portato in scena nella serata di martedì in un teatro Ponchielli sold out dall’attore comico Paolo Cevoli, con il suo ultimo spettacolo (dal titolo a dir poco provocatorio) “Figli di Troia“.
Filone principale del monologo del noto volto di Zelig il racconto, in chiave moderna ed ironica, dell’Eneide virgiliana: Enea, grande eroe sconfitto, parte lasciando la sua città in fiamme alla ricerca di un mondo nuovo, con il padre Anchise sulle spalle (a rappresentare il passato) e il figlioletto Ascanio per mano (come simbolo di futuro); parte ed intraprende un viaggio, che dopo mille peripezie lo porterà a fondare la città di Roma.

Nello spettacolo c’è spazio davvero per tutto e il contrario di tutto: dai ricordi di giovinezza, alle barzellette del babbo Luciano (partito come Enea negli anni ’50 verso l’Australia e tornato per sposare sua madre) fino alla rilettura delle grandi favole, come Biancaneve e Cappuccetto Rosso (“che ci ha fatto capire che il mondo si divide in due: deficienti e delinquenti”); e poi, ancora, i personaggi di Achille e Ulisse, paragonati ai contemporanei Donald Trump ed Elon Musk, e il grande viaggio di Cristoforo Colombo (“il patacca vero”), che con “90 marinai stagisti” e tre navi ha addirittura scoperto un nuovo continente.

A fare da cornice, luci multicolor, una palla da discoteca e gli immancabili classici dance targati anni ’70, con particolare predilezione per alcune hit dei “Village People” come YMCA e Go West.

Una rappresentazione dove però non sono mancati momenti di riflessione: “noi stessi siamo la rovina della nostra società – ha commentato Cevoli – noi, che abbiamo fatto entrare un cavallo di Troia con dentro di tutto: il benessere, la tecnologia, la comodità. Ma cosa abbiamo trovato, in fondo nella pancia del cavallo? Uno specchio, che mostra l’io, solo io, qui e ora; viviamo nell’epoca dei selfie, senza vincoli e legami. La libertà in fondo però è quando c’è amore, quando ci sono vincoli: senza sto più comodo, ma non sono felice”.

“Ora l’Italia e l’Europa sono in crisi – ha concluso l’attore – ci vorrebbe ancora oggi una nuova generazione Enea, che prenda sulle spalle il passato e per mano i figli e costruisce il domani; perché da Romolo e Remo a Totti, siamo in fondo un po’ tutti figli di Troia“.

Viaggi e storie, che Cevoli intreccia (neanche fosse Penelope nell’Odissea) con intelligente maestria e battute di spirito, che strappano forti applausi e risate al pubblico presente.

Al termine dei 90 minuti di monologo, un augurio: “Tutti possono eroi come Enea, prendendo il passato sulle spalle e per mano il futuro. È come andare in gita, partire all’avventura: tutto in fondo è straordinario, come la vita. E noi siamo nati per condividere, come ho fatto questa sera. Buona gita a tutti!”.

Andrea Colla

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