Gifuni al Ponchielli: il monologo
sul memoriale di Aldo Moro

Con il vostro irridente silenzio, in scena al Teatro Ponchielli mercoledì 26 marzo alle ore 20:30, è un monologo ideato e interpretato da Fabrizio Gifuni che tocca la triste vicenda del rapimento di Aldo Moro. Il giorno seguente, più di 100 ragazzi delle scuole di Cremona incontreranno l’attore nel Ridotto del teatro.
Serrato e implacabile, il monologo evoca il clima claustrofobico e violento che ha contraddistinto i giorni tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978. Fabrizio Gifuni, grande interprete del cinema e del teatro italiano, attraverso un doloroso lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia: il cosiddetto “memoriale” di Aldo Moro, un ampio testo politico in cui il presidente della Democrazia Cristiana cerca di rispondere alle domande dei rapitori.
Gifuni è particolarmente legato alla vicenda di Aldo Moro, vista anche la sua interpretazione nel film Esterno Notte di Marco Bellocchio (2022) valsa il Nastro d’Argento e il David di Donatello come miglior attore protagonista.
Il Teatro Ponchielli in collaborazione con Paf – Porte Aperte Festival organizza un incontro rivolto alle scuole superiori di Cremona con Fabrizio Gifuni. Cinque istituti (Liceo Scientifico Aselli, IIS Torriani, Liceo Classico Manin, IIS Stradivari, l’IIS Ghisleri) e più di cento ragazzi hanno aderito all’iniziativa, che si terrà giovedì 27 marzo alle ore 10:30 nel Ridotto del Teatro.
Fabrizio Gifuni affronterà con gli studenti i temi presenti nello spettacolo: il memoriale e le lettere relative ai 55 giorni di prigionia di Aldo Moro, il periodo storico in cui si sono svolti i fatti, ponendo anche l’attenzione sul lavoro drammaturgico svolto nell’affrontare il testo.
Largo spazio verrà lasciato a fine appuntamento alle domande dei ragazzi. Moderatore dell’evento sarà Nicola Arrigoni, critico teatrale del quotidiano La Provincia di Cremona.
Il memoriale
Durante la prigionia Aldo Moro parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri.
Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere.
Moro non è Moro, veniva detto. La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura.
A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.
I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre.
Biglietti:
Platea/palchi €30 – galleria €26 – loggione €22 – biglietto studenti €13
(lun/ven 10-18; sab 10-13) tel. 0372 022001/02 – biglietteria@teatroponchielli.it