Politica

Elezione comitati di quartiere,
Ceraso: "Come procederà il Comune?"

A che punto è l’attività di rimodulazione e ridefinizione dell’estensione dei Comitati di Quartiere? Entro quando si prevede di approvare il nuovo assetto? Queste sono solo alcune delle domande che Maria Vittoria Ceraso, capogruppo della lista civica Oggi per Domani, ha posto al sindaco e alla Giunta del Comune di Cremona con un”interrogazione presentata nei giorni scorsi.

“L’Assessore Romagnoli ha annunciato fin dalla sua nomina l’intenzione di ridurre il numero dei Comitati di quartiere, attraverso un piano per rimodellare e estendere i confini con un lavoro da fare insieme agli stessi, con la collaborazione di parrocchie e associazioni, manifestando l’intenzione di prorogare i comitati in scadenza nelle more della citata riorganizzazione” spiega Ceraso.

“A sorpresa la Giunta ha invece deciso di avviare il percorso per il rinnovo di sei Comitati. Ma cosa accadrà ai neo eletti direttivi nel momento in cui saranno ridefiniti i confini? Sarà necessario andare a nuove elezioni o resteranno in vita comitati non più rappresentativi rispetto alla nuova configurazione dei quartieri?

Tra l’altro le ultime elezioni nel 2022 e nel 2023 hanno evidenziato una scarsissima affluenza di cittadini e la difficoltà di trovare candidati per i direttivi, segno di una sfiducia sull’efficacia di tale strumento di partecipazione alla vita della città, che d’altronde si è manifestata anche con l’alta percentuale di astensionismo alle scorse elezioni comunali.

Ricordo che nel 2023 a Cavatigozzi i votanti sono stati 100, al Maristella 121 e nel quartiere Po, uno dei più popolosi, solo 73.

Nel 2022 i dati non erano migliori e l’allora Assessore Zanacchi aveva dichiarato che era necessario un ripensamento per cogliere eventuali esigenze e rilanciare lo strumento. In realtà si torna alle elezioni alle stesse condizioni di prima nonostante sia in atto un percorso di riorganizzazione. Che senso ha?

Un’altra criticità che rilevo è la scarsa partecipazione ai Comitati dei cittadini stranieri che rappresentano il 15% della popolazione. Negli attuali direttivi sono presenti solo due nominativi stranieri. Il processo di integrazione dei cittadini emigrati inizia proprio nei quartieri in cui si stabiliscono, dove interagiscono con le istituzioni e la comunità locale.

Dopo il fallimento della Consulta degli Stranieri, oltre a pensare a riconoscimenti di cittadinanza onoraria, bisognerebbe promuovere iniziative concrete che rendano davvero protagoniste le comunità straniere favorendo la presenza di loro rappresentanti nei Comitati per alimentare un miglior dialogo tra residenti contribuendo così a risolvere problematiche di convivenza nei quartieri che spesso danno origine a situazioni conflittuali.

Tanto più che per candidarsi o votare non serve avere la cittadinanza ma solo aver compiuto 18 anni e la residenza nel quartiere e questo apre quindi un’opportunità importante a chi invece non può partecipare alle elezioni comunali” conclude la consigliera.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...