Dazi Usa: le reazioni
di imprese e politica

Dopo attacchi e parate, tavoli e incontri più o meno ufficiali tra il vecchio e il nuovo continente, mercoledì 2 aprile dovrebbero prendere il via i dazi evoluti dal presidente americano Donald Trump sui prodotti dei paesi europei, Italia inclusa. Nuove pesantissime tasse a stelle e strisce che promettono di gravare non poco sulle tasse dei cittadini dell’Unione.
Se di percentuali ufficiali ancora non c’è traccia, tra le opzioni sul tavolo del tycoon ci sarebbe un incremento fisso del 20% su tutte le importazioni o tariffe differenziate in base agli ostacoli imposti da ciascun paese. Danni rilevanti attesi anche per l’Italia e la provincia di Cremona non farà eccezione. Da parte del presidente degli industriali cremonesi Stefano Allegri una vigile attesa e qualche considerazione.
“Probabilmente i dazi ci daranno – afferma – però dobbiamo aspettare effettivamente la loro implementazione per capire esattamente di cosa si tratta. Rimane il fatto che gli Stati Uniti hanno una piena occupazione, la loro produttività non è adeguata a svolgere le attività che oggi vengono fatte all’estero; è difficile immaginare che una politica dei dazi possa da un lato riportare negli Stati Uniti effettivamente le attività produttive e dall’altro non avere anche dei contraccolpi per quanto riguarda gli aspetti di economia globale”.
Il tema è sbarcato in consiglio regionale con una mozione firmata dal cremonese Matteo Piloni, con cui si chiedeva alla giunta Fontana di segnalare al Governo la preoccupazione e la netta contrarietà alle nuove tasse sui prodotti nostrani predisponendo misure concrete per contrastarle e introducendo aiuti al tessuto produttivo lombardo.
Una mozione che è stata però respinta secondo gli esponenti della maggioranza: la politica internazionale, infatti, non sarebbe di competenza di Regione Lombardia.
“Oggi la destra al governo della Regione – ha affermato Piloni – ha voltato le spalle alle imprese, alle famiglie, ai lavoratori; non solo non è intervenuta in aula ma ha ignorato il problema, continuando a sottovalutare la gravità che sta ricadendo e ricadrà sul tessuto produttivo di tutti i nostri territori”.
La Lombardia, infatti, è la prima regione italiana per vendita nel mercato degli Stati Uniti per quanto riguarda invece la provincia di Cremona il valore delle esportazioni si attesta intorno ai 300 milioni di euro.
Andrea Colla