Cultura

"Traduzioni estreme": il 3 maggio
in biblioteca con Franco Nasi

Prosegue il ciclo “L’arte del tradurre raccontata da chi la pratica”, ideato e curato da Davide Astori in una collaborazione tra il Dipartimento di Musicologia e Beni culturali (Università di Pavia) e la Biblioteca Statale di Cremona.

Appuntamento con le “Traduzioni estreme” di Franco Nasi, incontro che rieccheggia nel titolo quello di un volume pubblicato dallo stesso Nasi nel 2015, (Quodlibet studio), nel quale l’autore prende in esame e traduzioni di testi con forti vincoli formali, come i giochi di parole, gli anagrammi, gli acrostici. Traduzioni ‘estreme’, appunto: dai romanzi lipogrammatici di Perec e Dunn, alla poesia in anagrammi di Pereira, dai testi bidirezionali di Boccaccio, Boiardo, Hofstadter, all’acrostico alfabetico del Salmo 119, alle poesie per l’infanzia di Rodari e McGough. L’incontro sarà anche un momento per riflettere sulle metamorfosi traduttive e sulle intenzioni che hanno guidato i traduttori, per cercare di comprendere che cosa realmente avviene nel momento della traduzione.

Saggista e traduttore, Franco Nasi, si è formato alla scuola di estetica di Luciano Anceschi dell’Università di Bologna, dove si è laureato con lode discutendo una tesi sull’estetica di Samuel Taylor Coleridge. Si è occupato di Estetica, di Poetiche del romanticismo, di Traduttologia e di Letterature comparate. Fra le sue pubblicazioni di ambito traduttologico Specchi Comunicanti (Medusa), Traduzioni estreme (Quodlibet); Tradurre l’errore (Quodlibet). Con Angela Albanese ha curato L’artefice aggiunto. Riflessioni sulla traduzione in Italia 1900-1975 (Longo). Ha tradotto e curato diversi volumi di autori inglesi e americani fra cui S. T. Coleridge, W. Wordsworth, J. S. Mill, W. Whitman e poeti contemporanei come Billy Collins e Roger McGough. Ha insegnato prima Lingue e Letteratura italiana, poi Teorie della traduzione e Letteratura anglo-americana in diverse università, fra cui Loyola University Chicago (1995-1998), The University of Chicago (1998-2001) e l’Università di Modena e Reggio Emilia (2001-2023). Dal novembre 2023 è in pensione e collabora alle attività del dipartimento come Cultore della materia per la disciplina di Teorie della Traduzione. Si occupa di letteratura (con particolare attenzione alle letterature angloamericana, inglese e italiana), letteratura comparata, teoria e storia della traduzione, storia della critica e delle poetiche, letteratura dell’infanzia e i problemi traduttivi di questo settore dell’editoria.

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