Taric approvata: dubbi di Portesani
su regolarità affidamento ad Aprica

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Non si placano le polemiche sulle nuove tariffe Taric (tariffa rifiuti corrispettiva) per il 2025, già discusse nella commissione consiliare del 14 aprile scorso. In consiglio comunale l’assessora all’Ambiente Simona Pasquali ha voluto chiarire il contesto: “Si va ad approvare una tariffazione già prevista dal Pef (Piano Economico Finanziario) varato dal Consiglio nel 2024 con la conferma di varie agevolazioni” ha spiegato.
“Sono tariffazioni realizzate sulla base delle delibere Arera, che stabiliscono il metodo per costruire il Pef. Non stiamo discutendo di costi, quelli erano stati discussi e approvati lo scorso anno”, ha detto Pasquali.
“Noi partiamo da una tariffa bassa: quella del 2024 è stata la terza più bassa d’Italia. Dunque, quando abbiamo visto l’aumento che era previsto dalla delibera Arera abbiamo fatto un lavoro per abbattere l’aumento. Quello che facciamo oggi è invece introdurre delle agevolazioni, che sono di due tipi: una che riguarda le famiglie numerose, che ricevono una riduzione del 20% in tariffa. Lo stesso vale per le famiglie in cui vi sono una o due persone con età superiore o uguale a 65 anni”.
L’intervento dell’assessore ha provocato una levata di scudi da parte dell’opposizione. “In commissione erano state dette cose diverse” ha attaccato Marco Olzi (Fratelli d’Italia).
“Quanto affermato oggi differisce da quanto espresso in commissione bilancio” gli ha fatto eco Jane Alquati (Lega). “Il mio voto di contrarietà non è tanto per l’incremento medio delle utenze, ma di natura politica. E’ stato approvato un Pef dal 2024 che già prevedeva un aumento su 2024 e 2025. Andiamo a raccontare che gli aumenti sono stati imposti dalla delibera di Arera e il Comune ha fatto opera di mediazione, ma la verità non è questa e i cittadini meritano chiarezza. La delibera dice infatti che è consentito ai Comuni adeguare le tariffe, non obbliga a farlo. La narrazione corretta è che il Comune ha condiviso il Pef con Aprica, l’ha sottoposto ad Arera che l’ha validato in quanto autorità di regolazione”.
A cercare di smorzare i toni è stata invece la maggioranza. Come ha evidenziato Daniele Bonali (Partito Democratico), “Cremona è un esempio da seguire, con un tasso di differenziata che ha raggiunto circa il 79%. E’ un simbolo della consapevolezza civica dei nostri concittadini. E’ sopra la media regionale e nazionale in termini di efficienza della gestione dei rifiuti, e rappresenta un modello virtuoso per tutto il Paese”.
Molto incisivo l’intervento finale di Alessandro Portesani (Novità a Cremona): “Prima hanno detto che il Comune ha scongiurato un aumento del 13%, poi ci è stato detto che l’adeguamento sarebbe stato di un certo tipo. Oggi l’assessore ha sostenuto che non sono stati fatti aumenti. Insomma, la situazione non è chiara. Non sono scandalizzato da un aumento medio del 4,5%, per la congiuntura economica che stiamo attraversando. Ma è una scelta politica, non un obbligo. La stessa Arera prevede che il Comune possa calibrare l’aumento in base alle dinamiche locali”.
Ma il consigliere di opposizione va oltre, evidenziando “una forte criticità giuridica dell’affidamento nella raccolta dei rifiuti. Il servizio fu affidato nel 1999 ad Aem, società in-house. Da allora è passato attraverso: Lgh, Linea Gestioni, A2A e infine Aprica. Che però non è più una società in-house.
E non risulta esserci stato un nuovo affidamento con gara, né un atto di riaffidamento conforme alla normativa nazionale e comunitaria. Questa situazione potrebbe esporre l’intero impianto contrattuale e tariffario a un rischio di illegittimità. Non è una questione tecnica: potrebbe essere una questione di legalità amministrativa”.
Per questi motivi, il gruppo consiliare nei prossimi giorni depositerà un’interpellanza al sindaco “per chiedere se si stato mai aggiornato il contratto del 1999 per adeguare le clausole economiche alla regolazione Arera. Ma soprattutto se l’affidamento ad Aprica possa oggi considerarsi conforme ai requisiti normativi vigenti, in considerazione dei diversi passaggi contrattuali che hanno fatto venir meno il requisito fondante l’affidamento diretto ad Aem nel 1999”, conclude Portesani. lb