Cronaca

Stagione delle zanzare, si innalza
l'allerta sulle arbovirosi

Con la bella stagione si fa sentire anche la presenza delle zanzare, che già hanno iniziato ad affollare parchi e giardini e a introdursi nelle abitazioni, facendo crescere l’attenzione sulle tante patologie di cui esse sono vettori.

Le prime allerte riguardano, tuttavia, i casi importati, come quello di Dengue che è stato rilevato a Lecco nei giorni scorsi. “A livello internazionale c’è una buona circolazione del virus in questione” spiega il dottor Luigi Vezzosi, dirigente medico dell’Uos Prevenzione Malattie Infettive dell’Ats Val Padana. “L’anno scorso è stato uno degli anni in cui si è registrata la circolazione più intensa di questo virus, in particolare a causa di turisti che si sono recati in America, ma anche in Africa e in Asia. Per questo anche quest’anno siamo molto attenti. Lavoriamo in collaborazione con i medici segnalatori, verificando i viaggiatori che rientrano dall’estero con sintomatologie tipiche che possono richiamare l’infezione da arbovirus”.

L’attenzione, in ogni caso, è già alta anche sulle altre patologie portate dalle zanzare, come il West Nile: “Quello attuale è un periodo caldo per la sorveglianza sanitaria, perché da maggio a novembre è il periodo di massima circolazione del vettore” spiega ancora Vezzosi. Per quanto riguarda il nostro territorio, emerge in particolare la presenza delle zanzare Culex  e tigre”.

Nella passata stagione, peraltro, non si è registrato un numero preoccupante di casi di West Nile: “Si sono registrate alcune forme neuro-invasive, prevalentemente nel territorio di Mantova, dove c’è stato anche un decesso, ma anche qualche caso in provincia di Cremona. Complessivamente sul territorio di Ats Val Padana sono stati 28 casi” spiega il medico.

Per quanto riguarda i lavoro di sorveglianza, le autorità sanitarie sono quindi già partiti con l’attività, che di fatto “non viene mai interrotta, proprio per alla luce dei casi possibili di importazione. In ogni caso, al momento non abbiamo alcun caso confermato”. Questo non vuole però dire che l’allerta non sia alta, in quanto vi sono comunque dei casi sospetti che ancora non hanno ricevuto conferma.

Il lavoro, comunque, è solo all’inizio: “A breve, anche grazie alla collaborazione con la Regione, partiranno eventi formativi dedicati a tutti gli operatori sanitari, nell’ottica di aumentare la consapevolezza sul problema. Inoltre, come ogni anno verranno inviate le comunicazioni alle amministrazioni locali, per cercare di ridurre la proliferazione del vettore”.

Si rende infatti necessario, laddove vengano individuati potenziali focolai, di procedere con una disinfestazione. “Per alcune di queste patologie purtroppo non abbiamo né terapie specifiche né vaccini, quindi l’approccio è quello di cercare di ridurre la proliferazione del vettore” sottolinea ancora Vezzosi.

Proprio per questo i consigli di Ats riguardano anche il cittadino: “Bisogna evitare ristagni d’acqua, utilizzare repellenti, dotare le case di zanzariere e cercare appunto di non uscire nelle ore in cui vi è la maggior circolazione del vettore”.

I suggerimenti di Ats valgono ancora di più in presenza di “soggetti anziani, immunodepressi, o a rischio. “Per certi virus, come la Dengue, c’è la posibilità di vaccinarsi. E per chi si reca in zone di potenziale rischio il vaccino è particolarmente raccomandato ad alcune tipologie di turisti. A questo proposito c’è un servizio apposito di counseling”.

La sorveglianza integrata applicata da Ats Val Padana, collabora in stretto contatto con il servizio veterinario, che  “effettua un monitoraggio delle zanzare attraverso alcune trappole posizionate in punti strategici di ogni provincia, soprattutto per quanto riguarda il West Nile e l’Usutu. Laddove si riscontrino positività, il servizio di prevenzione, fa scattare una serie di controlli sui donatori di sangue e di organi”.

Inoltre, conclude Vezzosi, “la presenza di positività è un campanello d’allarme, segnale che di lì a poco potremmo avere i primi casi umani. Solitamente un riscontro in ambito veterinario anticipa di almeno due settimane i primi casi umani. La sorveglianza in ambito veterinario non si limita solo alle alle zanzare: vengono anche monitorati gli uccelli e gli equini”.

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