Non molestò la collega nella
cucina del ristorante: prosciolto
Ha dovuto aspettare sei anni, ma alla fine, dopo tre udienze, il gup lo ha prosciolto dall’accusa di molestie sessuali. Anche il pm aveva chiesto il non luogo a procedere. Dopo la sentenza, ha tirato un lungo sospiro di sollievo, un 55enne di professione cuoco, sposato, senza precedenti, che era stato accusato di molestie da una collega di lavoro. I fatti risalgono al marzo del 2019, quando entrambi lavoravano nello stesso ristorante di Cremona. La collega, 36 anni, lo aveva accusato di averle palpeggiato i glutei e di essersi strusciato contro di lei, approfittando dei passaggi angusti della cucina.
L’imputato, per il quale la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio, era difeso dall’avvocato Vito Alberto Spampinato. Con la collega, il 55enne, che ora lavora in un altro locale, aveva avuto dei dissidi. Contro di lui, la donna aveva sporto denuncia, sostenendo di essere stata palpeggiata sul posto di lavoro. Per il legale della difesa, si è trattato di una “rivendicazione”: “il comportamento della parte offesa non è stato di certo quello di una persona che è stata violata nella propria sfera sessuale”.

Nel corso del procedimento è stato anche sentito un testimone oculare che ha sostenuto di non aver mai visto nulla di ciò che è stato raccontato dalla donna. “Alla fine”, ha spiegato l’avvocato Spampinato, “è stato appurato che le incongruenze sia di carattere di tempo che di narrazione dei fatti erano del tutto inattendibili. L’unica fonte di prova era la parola della parte offesa”. Il legale ha anche chiesto al giudice di trasmettere gli atti nei confronti della donna per valutare l’ipotesi di reato di calunnia.
“Ci sono tantissimi casi di questo tipo dove si dovrebbe procedere in modo serio e severo contro chi commette reati di violenza su altre persone”, ha voluto sottolineare Spampinato, “ma la procura dovrebbe adottare un filtro quando il fascicolo arriva sul tavolo. In questo caso è stato chiesto il rinvio a giudizio e si sono tenute ben tre udienze prima di arrivare al proscioglimento. Il mio cliente è stato sei anni sulla graticola. Più e più volte è venuto da me in studio e si è messo a piangere. Qui c’è una persona che lo ha accusato e non sono stati effettuati i dovuti riscontri”.
Sara Pizzorni