Cronaca

Cremona Capitale della cultura:
il Comune punta al 2029

Un’agenda di lavoro condivisa, un piano di investimenti a lungo termine ma soprattutto la volontà di aprirsi all’Italia e al mondo.
Tematiche calde, quelle protagoniste dell’ufficio di presidenza di mercoledì pomeriggio, con al centro la candidatura di Cremona come capitale italiana della cultura; a presiedere la riunione, a porte chiuse, il Presidente del Consiglio comunale Luciano Pizzetti, affiancato dal sindaco Andrea Virgilio e dall’assessore alla cultura Rodolfo Bona.

Per centrare l’obiettivo si sceglie di correre da soli, puntando in primis sui giovani.
Cremona città della cultura 2029 – ha commentato il sindaco Virgilio – questo è il nostro obiettivo; sarebbe potuto essere il ’28, ma abbiamo deciso di costruire un percorso più strutturato. Sarà Cremona, non ci sono ‘alleanze’ territoriali: penso che possiamo valorizzare benissimo quelle che sono le nostre eccellenze, puntando su un tema per noi cruciale come quello della città universitaria; questo diventerà la nuova identità della nostra città”.

“Puntiamo ad ottenere questo prezioso, importante riconoscimento – ha aggiunto il presidente Pizzetti – non tanto per le risorse che porta, ma quanto per il rafforzamento dell’immagine positiva di questa città, non solo in Italia ma nel mondo”.

“È chiaro che serviranno interventi, investimenti – ha aggiunto – soprattutto nei luoghi, lo dice la parola stessa, della cultura. Bisogna fare i passi giusti: da qui, la convocazione dell’Ufficio di Presidenza per coinvolgere tutto il Consiglio Comunale, tutte le forze politiche e non solo della città perché è un obiettivo che, se decidiamo di percorrere, non possiamo permetterci di mancare”.

E se un cammino è fatto di passi si inizia sempre con il primo, partendo da un piano strutturato e coeso.

“C’è un progetto iniziale – ha affermato in merito il Presidente del Consiglio comunale – e l’assessore Bona e la dottoressa Bondione illustreranno bene questo impianto: confidiamo che nel corso dei prossimi due o tre anni ci sia la possibilità di raggiungere questa meta; ci arriveremo se saremo bravi, non se avremo un santo in paradiso”.

“I prossimi passi – ha aggiunto Virgilio – saranno quello di andare a definire, anzitutto, un’interazione fra i settori interessati per costruire una rete e consolidare questo sistema. Penso che sia importante goderci il percorso: questo è quello che ci stanno dicendo tante persone che hanno accompagnato altre realtà alla candidatura; il traguardo sarà ambizioso, ma lo stesso percorso aiuterà la città a crescere, penso e spero, anche verso un cambio di mentalità”.

“Cremona ama molto il proprio contesto – ha concluso Pizzetti – ma siamo anche nella condizione, non di poterci ma di doverci aprire al resto del mondo; d’altro canto, il fatto che ci siano grazie a investimenti anche del privato, della Fondazione Arvedi Buschini in particolare, insediamenti universitari e altri se ne aggiungeranno, dice che è una città universitaria, una città per natura aperta al mondo, non certo racchiusa tra le proprie mura”.
Andrea Colla

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