Cronaca

Giro di vite sui controlli nei bar
Le reazioni degli esercenti

FOTO FRANCESCO SESSA

Il giro di vite della Polizia locale sulle inadempienze dei pubblici esercizi per quanto riguarda sedie e tavolini nei plateatici dopo l’orario di chiusura, ha colto di sorpresa la stragrande maggioranza dei titolari. Sanzioni da 450 euro, più quattro di notifica, per il mancato rispetto di una norma del 2014 che in tutti questi anni il Comune non aveva quasi mai fatto rispettare.
L’informativa che la stretta sarebbe arrivata era stata fatta durante un incontro che l’amministrazione aveva tenuto con la Fipe, associazione di categoria di Confcommercio, a cui non tutti sono iscritti. Ma secondo alcuni titolari, i controllidegli agenti (nella notte tra il 23 e il 24 aprile) sarebbero avvenuti a strettissimo giro rendendo impossibile l’adeguamento delle strutture, anche semplicemente il procurarsi catene e catenacci per legare le sedie ai tavoli.

Tra i locali che hanno ricevuto la sanzione c’è Ambra Mazzolini, titolare del bar pasticceria DiBianco. “Sapevamo che era una norma già in vigore”, ci spiega . “C’è sempre stata un po’ di elasticità da parte dei vigili per questi controlli, anche perchè mi pare che queste disposizioni fossero nate nell’epoca delle rimostranza da parte dei residenti per il disturbo arrecato da bivacchi notturni dopo gli orari di chiusura dei locali. Ma in questo momento storico, dove tutti siamo in allarme per le aggressioni anche a chi lavora nei bar, non ci aspettavamo questa stretta.

Ambra Mazzolini

Quello che sta succedendo in città ci sta davvero preoccupando, e non solo per la nostra incolumità, ma per quella dei nostri figli, dei nostri dipendenti, di tutti. Diciamo che quando ho visto la sanzione ci sono rimasta male, perché non penso di essere – alla pari dei miei colleghi – la causa dei problemi relativi alla sicurezza di cui si sta tanto discutendo adesso”.

“Costituiamo dei presidi sul territorio perché chiaramente un locale aperto, una luce accesa in una via, è qualcosa di bello rispetto all’abbandono totale”, aggiunge la titolare dell’esercizio pubblico interpretando anche il disagio di molti colleghi.

E poi c’è la consistenza della cifra da pagare: “Da 100 euro circa siamo passati a 454 per ogni plateatico che si sommano a tutte le spese che già gravano su di noi, sembra proprio che il Comune voglia fare cassetto. Sono consapevole del fatto che la norma esiste da tempo, ma non ci aspettavano queste modalità dal momento che c’è un buon rapporto con tutti per il fatto che dovremmo sentirci tutti dalla stessa parte e remare nella stessa direzione”.

“Il rispetto dei regolamenti è competenza della Polizia Locale”, afferma Luca Zanacchi assessore al Commercio. “Per quanto riguarda la mia delega posso dire di essere stato testimone di incontri con i rappresentanti della categoria, durante i quali la Polizia Locale ha rappresentato una prima verifica di questi plateatici in orari notturni, evidenziando una serie di irregolarità. Sono stati quindi convocati i rappresentanti delle categorie, a loro è stata spiegata la situazione e abbiamo concordato che a questo primo controllo non sarebbero scattate le contravvenzioni, ma ci sarebbe stata una moral suasion da parte degli stessi rappresentanti”. A breve sarà organizzato un incontro aperto a tutti per “ascoltare spiegare”, conclude Zanacchi.

Alessandro Volta

“Anche noi non siamo stati discriminati”, sdrammatizza  Alessandro Volta, titolare del Pierrot di via Solferino, un altro dei locali sanzionati. “Avevamo impilate le sedie ma non erano legate. Questa norma risale a oltre 10 anni fa, anche quando avevo locali in Piazza Stradivari. La mi era impossibile legare le sedie perché non avevano fori e ci avevano detto detto che impilarle era sufficiente. Dopo, è chiaro, ci sono state evoluzioni e il Comune non è stato “splendido” nelle comunicazioni.

“Sinceramente anche l’ammenda di quasi 500 euro la vedo un po’ come una cosa per fare cassetto, perché se volevano veramente fare le cose fatte per bene, avrebbero dovuto prima di tutto spiegarci che sarebbero tornati a fare osservare in maniera ligia la norma del 2014, comunicarla a più ampio spettro. E poi – aggiungo – sarebbe bastata una sanzione dall’importo più ‘umano'”.

Improbabile l’eventualità di ricorsi: “La norma c’è, inutile negarlo, e poi l’esperienza mi insegna che normalmente ad andare contro a queste gabelle non si va da nessuna parte. Al limite si riesce a pagarla il doppio”.
Giuliana Biagi

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