Martedi 27 maratona oratoria
in piazza contro l'astensionismo

Prevista per martedì 27 maggio, a partire dalle ore 17.30 in Piazza Roma, una maratona oratoria aperta agli interventi di cittadine e cittadini per difendere l’importanza del voto ai referendum dell’8-9 giugno.
“Noi scendiamo in piazza proprio per non restarcene a casa” recita l’appello lanciato sui social dalle varie realtà aderenti alla maratona oratoria, tra cui i comitati promotori locali per il Sì ai 5 Referendum, che continua: “il referendum è un diritto costituzionale, sancito dall’art. 75, e rappresenta l’unico strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione. Il voto dell’8-9 giugno continua, però, a incontrare forme di boicottaggio governativo”.
Anche il Comitato Referendum 5 SI di Cremona coordinato dalla Cgil ribadisce il proprio impegno a difendere il diritto al voto come fondamento della cittadinanza attiva, e invita la città a trasformare la piazza in un presidio di partecipazione democratica. “Le dichiarazioni di rappresentanti istituzionali che invitano apertamente all’astensione non possono essere archiviate, sono affermazioni gravi, pericolose e inaccettabili in un momento di grave crisi della democrazia.
“Chi ha incarichi istituzionali, a qualsiasi livello, dovrebbe agire per far sì che il maggior numero di persone si rechi ai seggi e contribuisca a scegliere l’orientamento che il Paese deve assumere su temi centrali come il lavoro e la cittadinanza”.
“Secondo i dati ufficiali del monitoraggio Agcom, tra il 9 aprile e il 10 maggio le principali reti televisive hanno dedicato ai referendum meno dell’1% del tempo d’informazione. In particolare, la Rai meloniana ha totalizzato una media dello 0,62%. Ancora peggio fa Mediaset, ferma a uno scandaloso 0,45%. Meglio La7 e Sky Italia, con una copertura rispettivamente dello 0,75% e dello 0,82%. Ma siamo comunque su livelli inaccettabili, sottolinea il Comitato locale per il Sì al Referendum cittadinanza.
“Teniamo a mente che, per la legge 352 del 1970, chiunque investito di un pubblico potere e funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse, si adopera per indurre elettori all’astensione è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Dettaglio non indifferente denunciato dai Radicali con l’allora segretario (ora di +Europa) Riccardo Magi in occasione del referendum sulle trivelle”.