Galli (Pd): "Oneri di urbanizzazione,
facciamo chiarezza contro le accuse"
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Dai banchi del Pd in consiglio comunale arriva la replica alle critiche provenienti dal centrdestra d’opposizione in merito agli aumenti di varie voci d’entrata nel bilancio coomunale decise dall’amminstrazione Virgilio, in particolare dopo l’adeguamento degli oneri di urbanizzazione e la tariffa Tari.
Nel primo caso, afferma il consigliere Dem Marco Galli, “Stiamo parlando di oneri che si pagano per diverse tipologie di lavori edilizi che comportano un aumento del carico urbanistico sul territorio, come nuove
costruzioni, ampliamenti di edifici esistenti, demolizioni e ricostruzioni e cambi di destinazione d’uso; non sono richiesti per lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria che non comportano un aumento di volumetria o un cambio di destinazione d’uso. In particolare, questi oneri finanziano opere di urbanizzazione primaria e secondaria, che riguardano la realizzazione e manutenzione delle infrastrutture urbane.
L’ultimo adeguamento è avvenuto nel 2011, voluto della Giunta Perri di Centrodestra: era stato un aumento del 25% che si applicava in eguale misura su tutti i tipi di interventi edilizi .
Ora a distanza di 15 anni si rende necessario procedere con una rivalutazione che prende come parametro l’indice ISTAT dal 2017 – data dell’ultima delibera del Consiglio Comunale che lasciava invariati i valori – del 20%.
L’indice ISTAT di rivalutazione è utilizzato in numerose altre delibere all’interno della Lombardia che sono considerate nell’ottica delle “buone prassi” degli enti locali”.

“Al contrario di quanto affermato in Consiglio e sulla stampa da alcune forze della minoranza- aggiunge il consigiere – l’adeguamento non colpisce in modo indiscriminato tutto il settore edilizio ma per la prima volta gli aumenti vengono differenziati in base alla tipologia delle categorie: per logistica, medie e grande distribuzione di vendita l’aumento applicato è del 30% mentre per le categorie ricettive, pubblici esercizi,
commercio di esercizi di vicinato , attività culturali di istruzione e formazione ad esempio, viene ridotto al 10%.
Inoltre, per incentivare le trasformazioni edilizie performanti da un punto di visto energetico si prevede l’aumento del 5% degli incentivi legate alle classi energetiche A, fino ad un massimo del 35 %, e vengono confermati altri incentivi già in essere legati ad altri parametri eco – sostenibili .
“Di fatto per un servizio di vicinato, costruito secondo questi parametri, l’aumento è davvero molto limitato se non azzerato, questo anche per tentare di contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale del centro storico .
Vengono inoltre confermate le agevolazioni per le localizzazioni della attività produttive, artigianali e logistiche dell’area del Porto Canale e per incentivare attività artigianali, produttive e del terziario avanzato in alcuni ambiti strategici”.
Insomma, “ad aumenti già applicati, gli oneri di urbanizzazione sono comunque più bassi rispetto alle città limitrofe , ad esempio per la categoria residenziale a Cremona si paga 33,84 euro al metrocubo; a Piacenza 63,62, a Brescia 36,63 e a Bergamo 51,30.
Per il commercio di vicinato: a Cremona 80,63; a Piacenza 197,47; a Brescia 156,78; e a Bergamo 268,30 .
Il fatto che il comparto edilizio, sempre come affermato dalla minoranza, nel 2026 sia stimato in calo del 1% rispetto al 2025 dopo una contrazione del 7% sul 2024 è probabilmente dovuto ad un assestamento dopo gli effetti del Superbonus 110% e del PNRR, con i tanti cantieri già avviati.
“Si afferma inoltre che la misura poteva essere più graduale ma di fatto lo è, la differenziazione delle categorie e l’aumenti degli incentivi per le trasformazioni edilizie ecologicamente premianti hanno alla fine questo effetto.
“E’ chiara quindi la filosofia che sottende a questa delibera: incentivare alcune tipologie di interventi e chiedere di più ad interventi maggiormente impattanti sul territorio comunale, oneri che il Comune utilizza, come detto, per la realizzazione e manutenzione delle infrastrutture urbane: si pensi ad esempio cosa poteva costare un chilometro di asfaltatura nel 2011 e cosa può costare nel 2026”
Infine una precisazione anche sugli aumenti Tari, “dovuti da una delibera di ARERA, l’autorità di regolazione e controllo, per consentire ai gestori del servizio di recuperare l’inflazione al 2023, per Cremona comportava
un aumento del 9,3% , poi contenuto dalla Giunta al 4,7 % per le utenze domestiche a al 5,9 % per le altre, grazie ad una serrata lotta all’evasione, a sanzioni contro gli abbandoni e ad una ricalibratura della parte corrispettiva. Nonostante questo la tariffa di Cremona rimane una delle più basse d’Italia.
“I citati aumenti dell’IMU riguardano solo alcune agevolazioni tra cui quella per i pacchetti localizzativi, peraltro dovuta ad un adeguamento a norme nazionali, mentre le tariffe ordinarie rimangono invariate .
Tutto questo per riportare un po’ di verità e chiarezza nel dibattito pubblico”, conclude Galli.