Cultura

Monteverdi Festival,
l'intervista a Davide Livermore

 È un’Itaca sospesa nel dopoguerra, intrisa del profumo del mare e del ricordo di un mondo antico, quella rappresentata a Cremona nella nuova produzione de “Il ritorno di Ulisse in patria”, opera del Divin Claudio che venerdì sera ha inaugurato ufficialmente la 42a edizione del Monteverdi Festival.
Sul podio l’affermato direttore Michele Pasotti alla guida dell’ensemble La Fonte Musica che egli stesso ha fondato quasi vent’anni fa, nel tempo insignito del rinomato Premio Abbiati. Sul palcoscenico un cast vocale apprezzato dal pubblico, fra cui spiccano il baritono Mauro Borgioni nel ruolo eponimo e il contralto Margherita Sala nella parte di Penelope.
L’allestimento dal sapore cinematografico è firmato da Davide Livermore, che evoca il neorealismo di Visconti e Rossellini. Da segnalare la partecipazione di Livermore nella duplice veste di regista e tenore, interprete del parassita Iro: un omaggio alla città del Torrazzo e al suo debutto artistico, avvenuto proprio qui nel 1992.
Il servizio di Federica Priori

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