Tassa rifiuti, l'assessore risponde:
"Aumenti non voluti dal Comune"

In merito alla questione TARIP, la tassa sui rifiuti per i residenti nel comune di Cremona, l’assessore Simona Pasquali – raggiunta da CR1 – risponde agli attacchi del centrodestra cremonese (in particolare Forza Italia, Lega e Novità a Cremona, che hanno presentato una interrogazione per chiedere a cosa fossero dovuti gli aumenti nonostante l’introduzione della tariffa puntuale). Secondo l’assessore “è tutto trasparente ed era già stato spiegato molte volte”. Ecco, punto per punto, le sue spiegazioni:
AUMENTI Sì, MA CONTENUTI
“Avevamo già più volte detto che ci sarebbe stato un aumento sulla TARIP, mediamente del 5%. Un aumento dovuto alla delibera di Arera – che è un ente di regolazione nazionale – il quale chiedeva di adeguare le tariffe, e quindi i piani economici finanziari, fino ad un massimo del 13%. Questo per rispondere agli adeguamenti Istat, quindi obbligatoriamente era necessario fare questo passaggio. Il Comune di Cremona è riuscito a ridurre quell’aumento al 5% di media, grazie al recupero fiscale che hanno fatto gli uffici. Quindi sì, c’è un aumento, lo avevamo già detto, però è un aumento che non è stato voluto dal Comune di Cremona ma è stato imposto dall’ente di regolazione”.
LA QUESTIONE “LITRI”
“Per quanto riguarda invece la questione dei litri si è valutato di ridurre il numero di quelli che vengono già pagati. Abbiamo infatti rilevato negli ultimi tre anni che i cremonesi utilizzavano meno litri rispetto a quelli che venivano pagati. Ci sembrava più giusto e più equo ridurli proprio perché è giusto che vengano premiati coloro che ne producono meno, per ridurre un po’ l’acconto”.
UNA NUOVA ADDIZIONALE
“Una voce importante da segnalare è l’aumento delle addizionali, che vengono sempre imposte da Arera a livello nazionale. Già pagavamo l’addizionale per creare il “fondo per i rifiuti pescati” e l’addizionale per il fondo del recupero rifiuti in situazioni di calamità. Da quest’anno c’è un’addizionale molto pesante imposta dal governo centrale di 6 euro, il cosiddetto bonus sociale. Significa che a livello nazionale ogni utente paga attraverso la propria bolletta 6 euro aggiuntivi che vanno a formare un fondo di solidarietà per le famiglie bisognose alle quali verrà offerto sconto. Una somma che si compone grazie a tutti gli italiani che pagano la Tari e che vanno a formare quel fondo”.