Economia

Italiani sempre più "flexitariani"
La ricerca di MartinoRossi Spa

Compie 70 anni MartinoRossi S.p.A., – con sede a Malagnino – realtà di riferimento nella produzione di farine, ingredienti funzionali clean label, prodotti plant-based e proteici di alta qualità, privi di glutine, allergeni e OGM ottenuti da cereali e legumi coltivati in filiera controllata.
Con un catalogo che conta più di 1.100 prodotti trasformati e customizzati – presenti nei canali Industria, Horeca e Retail – la gestione di 16.000 ettari coltivati in filiera controllata, un fatturato nel 2024 di 72 milioni di € e un export in costante crescita che oggi rappresenta il 50% del volume d’affari complessivo, MartinoRossi è oggi un esempio di impresa familiare tra le più dinamiche e in espansione del panorama agroalimentare nazionale e internazionale.

In occasione dell’anniversario MartinoRossi presenta i risultati della ricerca condotta da AstraRicerche sul tema dell’alimentazione degli italiani oggi e domani, con un focus sui nuovi trend, i prodotti plant-based e le proteine vegetali. L’indagine svolta nel giugno 2025 su un campione di oltre 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana tra i 18-70 anni fotografa un’Italia in evoluzione: nei prossimi 5-10 anni, l’alimentazione onnivora perderà terreno (dal 56% al 38%), mentre cresceranno le diete flexitariana e vegetariana (dal 14% al 22%).

Il 45% degli italiani vuole aumentare il consumo di prodotti a base vegetale, e oltre il 70% di chi sceglie plant-based si dichiara soddisfatto per gusto e ingredienti.

Stefano Rossi

“I risultati di questa ricerca ci hanno ulteriormente incoraggiati nel proseguire il nostro percorso all’insegna dell’innovazione, con un’attenzione particolare alla trasparenza e semplicità degli ingredienti”, dichiara Stefano Rossi, Amministratore Delegato di MartinoRossi.

“I nostri prodotti sono ricchi di proteine e fibre, vantano una lista ingredienti corta oltre che essere buoni e per tutti, in quanto totalmente privi di allergeni. Questo approccio va proprio nella direzione di superare le barriere e i pregiudizi che ancora oggi accompagnano le proposte vegetali, spesso percepite come troppo restrittive o con una lista ingredienti molto lunga e con presenza di diversi allergeni. Siamo felici di vedere che nel futuro sempre più persone saranno pronte ad abbracciare un’alimentazione più sana, inclusiva e sostenibile”.

L’analisi delle interviste evidenzia come, sebbene la maggior parte degli italiani segua ancora un’alimentazione onnivora (56%), seguita da una dieta mediterranea (30%) apprezzata per i suoi benefici sulla salute, si stia orientando verso modelli più vegetali o Plant based. Un esempio sono le diete flexitariana o vegetariana, che coinvolgono attualmente circa il 14% della popolazione, ma segnalano un interesse crescente, ancora tutto da svilupparsi e consolidarsi.
Questo lo si evince dal fatto che le fonti proteiche vegetali iniziano a trovare sempre più spazio tra i consumatori: la maggioranza le consuma con una frequenza settimanale di 1-2 volte (37%) o 3 o più volte (34%). Solo il 29% ne fa un uso più sporadico.

Uno sguardo al futuro consente di intravedere un cambiamento significativo nei gusti e sensibilità alimentari. La ricerca ha infatti indagato le previsioni e i desideri legati all’alimentazione da qui a 2 anni e poi a 5-10 anni. Ne emerge un chiaro orientamento verso una dieta più flessibile e con una presenza minore di prodotti di origine animale. Si prevede, infatti, una progressiva e significativa diminuzione dell’alimentazione onnivora, che dovrebbe passare dal 56% attuale al 42% tra 2 anni e al 38% tra 5-10 anni. Parallelamente, crescono la dieta mediterranea (dal 30% al 38% tra 2 anni e al 39% tra 5-10 anni) e l’alimentazione flexitariana e vegetariana che passa dal 14% attuale al 20% tra 2 anni e al 22% tra 5-10 anni.

A conferma di questa tendenza, emerge una forte intenzione di aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, espressa dal 45% del campione, con un picco significativo tra le donne della Gen Z (61%) e di incrementare l’assunzione di fibre (36%).
In parallelo molti dichiarano l’intenzione di ridurre il consumo di prodotti di origine animale (35%), lieviti (35%), lattosio (33%) e carboidrati (30%). Dati che confermano il desiderio di un’alimentazione più leggera, vegetale e attenta agli ingredienti percepiti come problematici.

Flexitariani e vegetariani. Entrando nel dettaglio dei diversi modelli alimentari, la dieta flexitariana – caratterizzata da un’alimentazione prevalentemente vegetale, con un moderato consumo di carne e pesce – gode di una percezione ampiamente positiva.

La maggioranza degli intervistati la associa a benefici per la salute e il benessere (60%), oltre che ad un minore impatto ambientale (57%). Inoltre, il 54% del campione la considera facile da seguire e non eccessivamente restrittiva, al contrario di altre diete.
Non sorprende quindi che l’interesse verso la dieta flexitariana sia elevato: il 45% degli intervistati si dichiara propenso a diventare flexitariano o a continuare ad esserlo, con una maggiore incidenza tra le donne e le fasce d’età più mature. Solo il 26% si dichiara contrario, mentre il 29% è ancora incerto.

Diverso il quadro per quanto riguarda la dieta prettamente vegetariana, apprezzata soprattutto per motivazioni etiche (57%) e ambientali (53%), mentre suscita tuttavia maggiori perplessità sul piano nutrizionale e degli ingredienti utilizzati in etichetta.

 

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